Dazi: Donald Trump minaccia una tassa sulle auto europee

I Dazi e Donald Trump

Dazi: Donald Trump minaccia una tassa sulle auto europee

Donald Trump sembra irremovibile, non cede sulle esenzioni sui dazi ad acciaio e alluminio. La minaccia dell’Europa non tarda ad arrivare: metteremo i dazi su Harley Davidson e Levi’s.

La scintilla che ha fatto scoppiare il tutto è stata la difesa della Rust Belt di acciaierie e fonderie per l’alluminio. Donald Trump ha proposto dazi del 25% sull’acciaio e 10% sull’alluminio pensando di risollevare le sue sorti. Questo in teoria sarebbe la politica dell’American First, coerente a suo modo.

Con un tweet Donald Trump dichiara:

Se la Ue vuole aumentare le già massicce tariffe e barriere commerciali contro le imprese americane, noi applicheremo una tassa sulle automobili che si riversano liberamente negli Usa. Gli europei rendono impossibile, per le nostre automobili, e non solo, di essere vendute lì. Un grande squilibrio commerciale! Gli Stati Uniti hanno 800 miliardi di dollari l’anno di deficit commerciale a causa dei nostri stupidi accordi e delle nostre stupide politiche. I nostri posti di lavoro e la nostra ricchezza vanno a finire in Paesi che si sono approfittati di noi per anni. Loro ridono di quanto sciocchi sono stati i nostri leader. Mai più!

A quanto pare si è aperta la guerra dei dazi tra l’ Unione Europea e gli Stati Uniti. Si rischia una guerra commerciale globale che suggella i grandi timori di Fmi e Wto.

Le ripercussioni in entrambi i mercati sarebbero subito visibili e potrebbe investire anche altri settori. Gli Stati Uniti sviluppano 2.400 miliardi di importazioni annue, complessive. Se Donaldo Trump insiste coi dazi a risentirne di più sarebbe anche l’Europa, con il mercato tedesco soprattutto. In Germania il settore acciaieria è abbastanza sviluppato e d esporta grandi quantità negli Stati Uniti. Se parlaimo del settore dell’automotive, a essere colpita di più sarebbe sempre la Germania.

Bmw, Mercedes, Volkswagen, Porsche sono i marchi che esportano di più nel paese d’oltreoceano. Un aumento dei dazi innalzerebbe il costo di acquisto per gli americani che a parità di condizioni potrebbero optare quasi esclusivamente per i marchi locali. Questa operazione causerebbe una minore entrata per dette società, minori utili, minore appetibilità della azioni sul mercato che potrebbe riflettersi sull’indice.

Diverso invece sarebbe per Ferrari e Lamborghini, potrebbero non sentire affatto il colpo. Perchè? Per il target della clientela. Sonodue marchi comprati dalla fascia alta della popolazione, che vuoi che siano 20 o 30.000 mila dollari in più su questo tipo di auto? Nulla.

Bisogna ricordare però che la storia ci dice e ci offre un esempio: nel 2002, le sanzioni del 30% sull’acciaio volute da George W. Bush, non fermarono la caduta della produzione, anzi, causarano una perdita notevole di posti di lavoro.

Anche la Cina dichiara: pronti a misure necessarie.  Zhang Yesui, portavoce del Congresso nazionale del popolo, afferma: i rapporti tra Cina e Usa sono tra quelli bilaterali più importanti al mondo e la loro stabilità interessa non soltanto i due Paesi. L’interscambio commerciale ha superato di 580 miliardi di dollari ed è normale che ci siamo problemi, ma se gli Usa prendono iniziative contro gli interessi della Cina, allora prenderemo misure necessarie. La soluzione poggia su apertura mercati, dialogo e consultazioni. Parole chiare e rigorose nelle intenzioni.

Donald Trump tira dritto: Quando un Paese (gli Usa) perde molti miliardi di dollari nel commercio con praticamente ogni Paese con cui fa affari, le guerre commerciali sono giuste e facili da vincere… Quando un Paese tassa i nostri prodotti in arrivo, diciamo, al 50% e noi tassiamo lo stesso prodotto in entrata nel nostro Paese a zero, non è corretto o intelligente. Avvieremo presto la reciprocità delle tasse, in modo da tassare la stessa cosa come fanno loro. 800 miliardi di dollari di deficit commerciale – non c’è altra scelta!

Mina Andreeva, portavoce di Jean-Claude Juncker, anticipaqualcosa su Twitter: Non restiamo inattivi mentre vengono minacciati l’industria europea e il lavoro. L’Ue sta preparando dazi sull’importazione dei prodotti Usa, inclusi Harley-Davidson, Bourbon e jeans Levi’s.

E’ veramente cominciata la guerra commerciale sui dazi di Donald Trump? Oltre che sui mercati, azioni indici e strumenti vari, si riverserà sulle rispettive valute: euro e dollaro? Comincerà anche la guerra tra Fed e BCE?

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