Ed Seykota

Ed Seykota

Ed Seykota

Edward Arthur Seykota è nato il 7 Agosto 1946 ed è un forte sostenitore dell’analisi tecnica, non prende minimamente in con­siderazione i dati fondamentali o macroeconomici.

Ha una laurea in ingegneria elettrica presso il MIT e una in Management presso la Sloan School del MIT, tutte e due prese nel 1969.

Ed Seykota è relativamente sconosciuto al grande pubblico ma merita certamente un posto sui gradini più alti insieme ad altri gran­di gestori di fondi, grazie alle performance realizzate in più di vent’anni di carriera.

Seykota è stato il primo trader a operare con successo con un trading system computerizzato, progettato da lui stesso. Quando decise di operare in proprio, amministrando patrimoni di ter­zi, concretizzò performance tali da rimanere nella storia dei più gran­di successi borsistici.

Seykota, tanto per menzionare qualcosa, gonfiò il conto dì un suo cliente, aperto con 5.000,00 dollari nell’anno 1972, a una per­formance superiore al 250.000%,  in un periodo di sedici anni.Nessun altro gestore al mondo ha mai registrato risultati superiori in periodi di tempo cosi lunghi.

Seykota è stato bravo anche come formatore, ha contribuito al successo di Michael Marcus, un trader di talento che opera ancora oggi.

A differenza di molti altri gestori, basa gran parte della sua gestione su sistemi computerizzati, snobbando totalmente qualsiasi dato fondamentale. Ha raffinato le sue tecniche con un pro­fondo studio della psicologia dell’investitore, che, come dice lui stesso, mi aiuta molto nello studio e nello sviluppo di un pro­gramma di segnali automatici.

Seykota iniziò a operare, come tutti gli altri, presso una brokerage house, conclu­dendo le sue prime operazioni con risultati disastrosi; fu quello il principale motivo per cui si rivolse allo studio dei sistemi automatizzati per battere il mercato.

«Nei miei primi anni di lavoro elaborai un trading System molto efficace, che dava performance superiori in modo consistente.

All’epoca lavoravo però presso un broker e dovevo passare le informazioni ai suoi manager, i quali sovente non operavano se­condo i segnali generati dal sistema. Molto spesso attendevano infatti una conferma dai prezzi di mercato, ed entravano in po­sizione quando era ormai troppo tardi. Pretendevano inoltre di operare costantemente per generare commissioni, cosa, questa, che avrebbe impedito di realizzare una buona performance. Quan­do capii che questo a loro non interessava, me ne andai».

Seykota fu determinato a diventare un gestore professionista, riuscendo così a farsi affidare piccole somme da amici e parenti. Utilizzò un conto di uno degli amici come conto sperimentale, i cui risultati venivano pub­blicati periodicamente e servivano di controllo sulla performan­ce ottenuta.

Il conto in sedici anni realizzò oltre 15 milioni di dollari, dagli iniziali 5.000,00 dolla­ri. Seykota disse e sostenne: sarebbero stati molti di più se il cliente non avesse effettuato frequentemente dei pre­lievi.

Come ogni professionista di successo, Seykota s’ispirava a una sorta di leggenda tra i gestori di Borsa: Jessie Livingstone.  La lettura del testo classico Reminiscences of a Stock Operator, che trattava in modo roman­zato della sua biografia, stimolò di molto l’ispirazione a la fantasia di Seykota.

Seykota è un trader che tratta principalmente materie prime. È diventato famoso per la sua maestria con la quale riusciva a tradare i mercati finanziari con enorme successo, grazie ai suoi numerosi algoritmi proprietari.

Studiò molto il sistema di incroci delle medie a cinque e venti giorni, idea­to e realizzato da Richard Donchian, primo Immortale a dichiarare serenamente che un ottimo trading-system automatizzato, e incentrato sul trend-following, avrebbe potuto nel tempo battere sonoramente il mercato, per perfezionarlo secondo le sue esigenze e inserirlo come valore aggiuntivo tra i suoi trading system.

Come molti inventori di sistemi automatici, anche Seykota tro­vò iniziali difficoltà a seguirli e renderli profittevoli. Dedicava molto tempo alla programmazione, senza sosta: 

Uscire ed entrare nel momento sbagliato, con l’assurda presunzione di essere più bravo del sistema stesso. Inutile dire che, tranne qualche caso fortuito, finivo regolarmente perdente. 

I miei sistemi sono sistemi basati sul trend following, ovvero seguono e non anticipano i movimenti dei prezzi; trovo inutile cercare di indovinare dove si dirigeranno i prezzi quando risulta molto più sémplice e meno rischioso attendere di vedere dove essi si dirigono.

La chiave per il successo sul lungo periodo dipende molto dalle tecniche di gestione incorporate in un trading System. Esistono gestori vecchi e gestori stupidi, ma esistono pochissimi gestori vecchi e stupidi.

Il significato che bisogna cogliere dietro queste sue parole è che se stai perdendo e vuoi sopravvivere è meglio che cambi tecnica, e in fretta. Seykota è un convinto sostenitore dei sistemi basati sul trend following, e crede che siano i soli a durare per sempre. 

Tutte le tecniche di gestione sono basate su dei sistemi, siano essi su carta, su computer o semplicemente nella mente del gestore. La maggior parte di questi è trend following, come del  resto la vita stessa. Tutto si muove secondo trend, mode, movimenti. E non vi sarà mai fine a questo.

Seykota ha una spiccata avversione per l’analisi fondamenta­le. Le sue priorità sono quindi di ordine tec­nico e non considera null’altro. Si muove secondo questi parametri:

  • In una prima fase deve definire la tenden­za di lungo termine;
  • In seconda fase valutare l’attuale conformazione grafica di gestione;
  • Nella terza fase stabilire il punto giusto in cui comprare o vendere.

Seykota per un suo principio non opera mai con­trotendenza, ma non perché non ci crede. Se stabilisce di essere vicino a un minimo o a un massimo riduce sensibilmente le posizioni, cercando di prevenire il rischio.

Un altro aspetto del suo successo è stato il suo amore genuino per il trading e il suo atteggiamento ottimista. Questi elementi hanno sostenuto i suoi sforzi per migliorare continuamente il suo sistema anche se non ha mai modificato gli indicatori del sistema, anzi, li ha messi a punto e perfezionati secondo gli stimoli del mercato.

Uno degli errori più comuni, che consiglia di evitare, è quello di fissarsi o innamorarsi di un titolo e continuare a fare operazioni sullo stes­so. L’imperativo principale per un buon gestore è quello di tagliare le perdite, tagliare le perdite, tagliare le perdite.

Nel 1992 riunisce un gruppo di traders per discutere delle loro emozioni sul mercato. Lo scopo era lo studio, e la sua preoccupazione, del perché i traders spesso permettano alle loro emozioni di annullare la loro logica.

Il gruppo inizia a riunirsi regolarmente e Seykota sviluppa metodi per supportare la crescita personale di ognuno dopo averli studiati.  Nel corso degli anni si è espanso fino a formare una vera  e propria tribù, includendo traders di tutto il mondo.

I membri sono di un’utilità determinante per sviluppare una serie comune di pratiche e prevenirne altre. Descrive queste idee e pratiche nel suo libro The Trading Tribe (2005)

Ed Seykota è un Trader autodidatta che ha basato i suoi si­stemi di gestione su esperienze vissute in proprio, non ha avuto veri e propri grandi maestri se non trader a cui ispirarsi. Opera seguendo delle regole fondamentali, che per lui sono essenziali, e che vengono inglobate nei suoi sistemi automatizzati.

Lui stesso le descrive per ordine di im­portanza:

  1. a) Tagliare le perdite;
  2. b) Operare sui titoli vincenti;
  3. e) Limitare l’esposizione su un titolo;
  4. d) Seguire le regole senza discutere;
  5. e) Imparare quando rompere le regole.

Le ultime due regole sono in contraddizione, ma ci sono dei momenti in cui il mercato è a un punto tale in cui cresce in me un nervosismo così forte da obbligarmi a uscire, senza segnali di vendita, e generalmente ho ragione.

Ed Seykota riassume tutta la sua filosofia sul trading in una singola affermazione:

Ognuno ottiene quanto desidera

Questa è un’affermazione che la dice lunga sul pensiero si Seykota, un po’ ricorda la legge di risonanza: se credi di perdere perderai. Se vuoi veramente guadagnare e ci credi, riuscirai a farlo. 

Per comprendere bene il suo pensiero potrete dilettarvi a leggere l’intervista condotta da Jack D. Schwager.

Come hai iniziato ad interessarti di trading?

Verso la fine degli anni ’60, dopo accurati studi sui fondamentali dell’argento, ero convinto che questa materia prima dovesse salire. Aprii un conto per poter far trading sulle commodities, e persi la mia veriginità nel trading con due operazioni, un long sull’argento e uno short sul rame. Entrambe le posizioni presero lo stop loss, ma questo non mi buttò giù, anzi, rimasi incuriosito e la mia voglia di imparare tutto sui mercati aumentò.

Quale fu il tuo primo lavoro nel mondo del trading?

Il mio primo lavoro nel trading lo ottenni nei primi anni ’70, come analista in una compagnia di brokeraggio.
In quegli anni iniziai ad interessarmi dell’uso dei computers nel mondo della finanza, ma in quella compagnia non mi era permesso accedere totalmente all’area informatica, e così mi licenziai. Andai subito a lavorare per una compagnia che aveva un IBM 360. Mi lasciavano più spazio, e durante i week end mi recavo alla sede per testare sistemi automatici.
Data la lentezza dei cumputers, ci misi sei mesi a testare centinaia di variazioni di alcuni sistemi. Per lo stesso lavoro oggi basterebbe soltanto un giorno.
Alla fine non fu lavoro buttato, ottenni buoni risultati e dimostrai che con i trading system si può guadagnare.

Il tuo lavoro non riguardava il test di sistemi, per cosa eri stato assunto esattamente?

Mi occupavo della selezione e della distribuzione delle news tra i brokers che lavoravano all’interno della compagnia. Non era il massimo ma io volevo lavorare in quel mondo, e qualsiasi cosa andava bene. Inoltre ebbi l’occasione di spiare l’operatività di barvi traders, e, come detto prima, potevo utilizzare i computers.

Come si comportò il management dopo i tuoi successi?

Iniziarono ad interessarsi dei miei sistemi ma loro con sapevano molto di sistemi automatici e volevano effettuare dei cambiamenti. Volevano un sistema più attivo, ma io spiegai loro che le maggiori commissioni avrebbero peggiorato di molto la performance. Loro non capirono, come tante altre cose.
Queste interferenze cambiarono le performance dei sistemi e alcuni conti persero soldi, così mi licenziai.

Dopo esserti licenziato continuasti ad utilizzare i tuoi sistemi?

Certamente, anche se negli anni apportai piccole modifiche

Quali erano le perfomance?

5.000 $ depositati del 1972 da un cliente sono diventati 15 milioni quasi 20 anni dopo.

Con quelle perfomance dovresti avere innumerevoli richieste per gestire fondi

In effetti ricevo tantissime richieste, ma raramente accetto nuovi conti. Se accetto è solo dopo un attenta analisi del cliente; motivi per cui vuole investire e carattere. La gente deve capire  i miei metodi e deve essere in grado di sopportare i sali e scendi del conto in certi periodi. E’ per questo che seleziono bene i miei clienti.

Con quanti conti iniziasti?

Negli anni 70 iniziai con sei conti circa

Quanti di quei conti sono ancora con te?

Quattro. Un cliente fece 15 milioni e decise di prelevare i suoi soldi per gestirli da solo. Un altro fece 10 milioni e decise di comprare una grande casa al mare e ritirarsi.

Dove hai imparato a fare i sistemi? Ad apprenderne le basi..

Presi ispirazione e fui influenzato dal libro Reminescences of a Stock Operator e da Richard Donchian. Quest’ultimo costruì un interessante sistema con due medie mobili, una a 5 periodi ed una a 20. Il sistema sfruttava l’incrocio delle due medie.

Quale fu il tuo primo sistema?

Il mio primo sistema fu una variazione di quello di Donchian, e sfruttava medie esponenziali.

Qual è il tuo stile di trading?

Fondamentalmente sono un trend follower, sfrutto alcuni patterns e utilizzo un buon money management

Senza rivelare nulla, come hai fatto a performare meglio di qualsiasi altro sistema trend following?

Uno dei segreti per sopravvivere nel trading è il money management, che va incorporato con la parte tecnica.

Ci sono tanti sistemi con un buon money management, perchè tu hai fatto molto meglio?

Sembra che io abbia un dono. Ha a che fare con la mia filosofia, con l’amore per i mercati e con il mio ottimismo. Il miglioramento dei miei sistemi va di pari passo con la mia esperienza, continuo a migliorarli di continuo.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del trading meccanico rispetto al trading discrezionale?

Il trading meccanico alla fine è discrezionale. Il trader deve sempre decidere il rischio, quale mercato tradare, e soprattutto quanto capitale impiegare su ogni singola operazione. Il sistema non può decidere sempre da solo, il trader deve sempre intervenire in base al mercato.

Quanto del tuo trading è basato sui sistemi?

Col passare del tempo sono diventato sempre più meccanico, grazie all’aumentata fiducia nel trend trading e nei sistemi meccanici.

Cosa pensi dell’analisi fondamentale per prendere decisioni di trading?

Le informazioni fondamentali che trovi in giro generalmente non servono a nulla dato che il prezzo ha già scontato quell’informazione. Ovvio che se riesci ad entrare prima che gli altri sappiano, allora hai un’ottima occasione per guadagnare.

Sembra di capire che tu usi soltanto analisi tecnica

In ordine di importanza, io agisco nel seguente modo: (1) guardo il trend di lungo termine, (2) cerco un pattern, (3) cerco un buon punto per entrare. Questi sono i principali componenti del mio trading. L’aspetto fondamentale è quello che guardo meno, e sinceramente, quando ne ho tenuto conto ho perso molti soldi.

Come scegli il punto in cui entrare?

Cerco di identificare un punto in cui so che il momentum del trend potrebbe accelerare, quindi sempre in direzione del trend principale.

Qual è stata l’esperienza di trading che ricordi di più?

Generalmente, le esperienze che si ricordano sono quelle negative. Io cerco di dimenticare subito le brutte esperienze, guardando alle occasioni successive. Di quelle negative non ne parlo mai, e nemmeno ci penso.

Quali sono gli elementi di un buon trading?

Gli elementi di un buon trading sono: (1) tagliare le perdite,(2) tagliare le perdite, (3) tagliare le perdite. Se segui religiosamente queste tre regole hai una chance per avere successo.

Sei un autodidatta o hai avuto un maestro?

Sono un autodidatta che studia continuamente se stesso e gli altri traders.

Decidi quando uscire ancor prima di entrare?

Fisso lo stop loss nello stesso momento in cui entro in posizione. Man mano che il trend va a mio favore sposto lo stop proteggendo parte dei profitti. Quando i mercati diventano nervosi esco senza aspettare che il mio stop loss venga preso.

Qual è la massima percentuale della tua equity che sei disposto a rischiare su un singolo trade?

Rischio sempre meno del 5% della mia equity su ogni singola operazione

Pochissimi traders hanno avuto il tuo incredibile successo. Cosa ti rende diverso?

Il mio successo è dovuto al vero amore che ho per i mercati. Non sono un trader qualsiasi. Il trading è la mia vita, la mia unica passione. Non è nemmeno un hobby o una scelta di carriera, è proprio la mia vita.

Quali sono le principali regole che ti permettono di sopravvivere?

  1. taglia le perdite
  2. lascia correre i profitti
  3. non esagerare con le posizioni
  4. segui le tue regole senza esitazioni
  5. sapere quando rompere le regole

Le ultime due regole si contraddicono. Si tratta semplicemente del fatto che a volte i mercati cambiano o ci sono eventi inaspettati. Per questo alcune regole vanno riviste e sostituite con delle nuove; spetta alla discrezione del trader.

Quale è stato il tuo anno peggiore?

Il 1980 è stato uno dei miei peggiori anni. Quando il mercato toro era finito io credevo che aveva ancora intenzione di salire, così compravo sui ritracciamenti. I cambio di trend mi stoppò di brutto su molte operazioni e persi molto.

Quali sono i suggerimenti che puoi dare ai normali trader?

Direi di trovare un buon trader che possa operare per lui, e poi andare a cercare qualcosa che ama fare veramente

Come andò il tuo trading durante il giorno del crash del 1987?

Quel giorno guadagnai. Guadagnai anche quel mese e anno. Persi il giorno dopo il crash.

All’aumentare del capitale il trading diventa più difficile?

Diventa più difficile perchè non è facile muovere grosse posizioni senza smuovere il mercato. Un vantaggio è che vieni a contatto con gente in gamba, brokers ecc..

Sfrutti le opinioni di altri traders per le tue decisioni? O fai tutto da solo?

Generalmente ignoro i suggerimenti di altri traders, soprattutto di coloro che credono di avere una dritta sicura.

Il mercato azionario di muove in modo differente rispetto agli altri mercati?

Sì, il mercato non si muove come gli altri mercati.

I grandi trader hanno uno speciale talento per il trading?

Hanno uno speciale talento proprio come un musicista per la musica, o un atleta per lo sport.

Quali effetti ha avuto il trading sulla tua vita personale?

La mia vita personale è integrata con il trading.

Trading Bull Club