High Frequency Trading – i cosiddetti HFT

High Frequency Trading - i cosiddetti HFT

High Frequency Trading – i cosiddetti HFT

Gli HFT, Cosa sono e come operano ? Spesso è un termine che sentiamo ma non ci rendiamo conto di cosa siano e di come funzionano.

Da alcuni anni, i responsabili delle sale di trading  della maggioranza dei colossi della finanza non sono più solo gli uomini, ma ci sono anche gli algoritmi. Questi ultimi sono ormai così diffusi che su alcuni mercati rappresentano più della metà delle contrattazioni. Gli High Frequency Trading, o HFT, sono algoritmi di compravendita ad altissima velocità, con tempistiche di esecuzione che si misurano in frazioni infinitesimali di secondo. Sono una sottocategoria del trading algoritmico.

I sistemi HFT sono decisamente diffusi sul mercato dell’azionario ma si applicano anche su altri asset, come opzioni, obbligazioni, strumenti derivati e materie prime. Lo scopo di questi algoritmi è quello di speculare su margini veramente esigui, ma per un elevatissimo numero di operazioni. La durata delle operazioni degli HFT può essere decisamente brevissima. Questi sistemi passano numerosissimi ordini al mercato (in esegui istantaneamente o cancella) ma solo una bassissima percentuale di essi viene effettivamente eseguita. L’algoritmo rimane poi in posizione per pochissimo tempo, anche qualche milionesimo di secondo. Operano come un trader intraday, fine giornata tutte le posizioni sono sempre chiuse.

La velocità di pensiero e di azione non potrà mai essere paragonata all’azione degli HFT.  Gli HFT sono in grado anche di effettuare 5000 operazioni al secondo, tempi che per l’essere umano sono impossibili, non ha neanche il tempo di aprire il link della notizia che loro già sono in movimento. Operano con diverse tecniche, quelle più comuni le trovate di seguito:

  • tecnicha di “smoking”: consiste nell’allettare gli altri operatori con delle proposte, poi modificate a prezzi più favorevoli.
  • tecnicha di “spoofing“: consiste nell’immissione, o cancellazione, di ordini per sviare gli operatori a pensare che sia iniziata una certa fase di tendenza.
  • tecnicha di “layering”:  consiste nell’inserimento di un ordine di acquisto nascosto e uno di vendita ben visibile.
  • l’arbitraggio tra ETF e il suo sottostante,
  • l’arbitraggio statistico:  attraverso il quale si utilizzano le correlazione tra diverse asset class,
  • sfruttamento di notizie macroeconomiche:   quelle importanti e particolari, tramite l’associazione di strategie di trading a una o più particolari parole chiave presenti nei comunicati stampa,
  • tecnicha di “order flow detection”:  consiste nell’identificazione e lo sfruttamento di blocchi di ordini (caccia anche agli stop).

Facciamo un esempio di come operano gli HF traders. Utilizzano particolari tecniche (pinging, smoking, flash trading) per individuare gli ordini dei grandi investitori, riuscendo a posizionarsi sul book di negoziazione davanti ad essi grazie alla vicinanza fisica alla borsa (co-location) e a tempi di latenza bassissimi, facendo ciò che nel linguaggio finanziario è definito “front running”.

Quindi, se i grandi investitori provano ad acquistare un titolo in borsa, il trader ad alta frequenza salta la coda, compra il titolo un millesimo di secondo prima e lo rivende un attimo dopo al fondo a un prezzo maggiorato. Tali operazioni sono ciò che gli HFT definiscono apertamente “dumb money”, soldi facili a fronte di un rischio pressoché nullo. E’ stato calcolato che gli HFT costano mediamente l’8% del fatturato annuo. Tali sistemi, come se non bastasse, provocano anche mini-crash, liquidità ombra, distorsione dei mercati, sfiducia nei mercati e così via.

Tuttavia, nonostante questi sistemi arricchiscano chi li usa, non sono esenti da problemi, come quello, per esempio, che per la natura del software nel 2012 causò il tracollo (e perdite per mezzo miliardo di dollari) di Knight Capital o quello del Dow Jones, nel maggio del 2012, che portò a un andamento anomalo dell’indice. L’indice, in una decina di minuti, passò da 10.650 a 9.872 punti, per poi tornare a quota 10.232 punti.
Non a caso le autorità di vigilanza sono impegnate da tempo a monitorare le attività degli algoritmi di trading ad alta frequenza.

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