I derivati

I derivati

Cosa sono?

Il prodotti derivati si chiamano in questo modo perché il loro valore deriva dall’andamento del valore di una attività ovvero dal verificarsi nel futuro di un evento osservabile oggettivamente. L’attività, ovvero l’evento, che possono essere di qualsiasi natura o genere, costituiscono il “sottostante” del prodotto derivato.

Tali strumenti sono utilizzati, principalmente, per tre finalità:

  • ridurre il rischio finanziario di un portafoglio preesistente (finalità di copertura o, anche, hedging);
  • assumere esposizioni al rischio al fine di conseguire un profitto (finalità speculativa);
  • conseguire un profitto privo di rischio attraverso transazioni combinate sul derivato e sul sottostante tali da cogliere eventuali differenze di valorizzazione (finalità di  arbitraggio).

Il problema più complesso dei derivati è, da sempre, quello della determinazione del loro valore o, meglio della sua stima. E’ un aspetto particolarmente importante e, nello stesso tempo, critico, in quanto richiede complesse attività di analisi.

A grandi linee si può dire che il loro valore varia in connessione all’andamento del sottostante, secondo una relazione, propria di ciascun derivato, rappresentata da una funzione matematica.

Le Principali categorie di prodotti derivati

  1. Contratti a termine

Un contratto a termine è un accordo tra due soggetti per la consegna di una determinata  quantità di un certo sottostante (attività finanziarie o merci) ad un prezzo (prezzo di consegna) e ad una data (data di scadenza o maturity date) prefissati.

Le variazioni del valore del sottostante determinano il profilo di rischio/rendimento di un contratto a termine, che può essere così riassunto:

  • per l’acquirente del contratto, cioè colui che deve comprare un certo bene ad una certa data e ad un prezzo già fissato nel contratto, il rischio è rappresentato dal deprezzamento del bene. In questo caso, infatti, egli sarebbe comunque costretto a pagare il prezzo già fissato nel contratto per un bene il cui valore di mercato è minore del prezzo da pagare;
  • per il venditore del contratto, al contrario, il rischio è rappresentato dall’apprezzamento del bene.

Le principali tipologie di contratti a termine sono i contratti:

  • forward, che si caratterizzano per il fatto fuori dai mercati regolamentati;
  • futures, negoziati sui mercati regolamentati e, proprio per questo,  standardizzati per oggetto, dimensione, scadenza e regole di negoziazione. Alle parti, pertanto, è rimessa solamente la possibilità di definire il prezzo a cui vogliono acquistare o vendere.

  2. Gli Swap

Attraverso lo swap due parti si accordano per scambiarsi flussi di pagamenti (anche detti flussi di cassa) a date certe. I pagamenti possono essere espressi nella stessa valuta o in valute differenti ed il loro ammontare è determinato in relazione ad un sottostante. Gli swap sono contratti OTC (over-the-counter) e, quindi, non negoziati su mercati regolamentati.

In base al sottostante si individuano vari tipi di swap. I principali osservati sui mercati finanziari sono:

  • Interest rate swap sono contratti in cui due controparti si scambiano pagamenti periodici di interessi, calcolati su una somma di denaro, detta capitale nozionale di riferimento (notional principal amount), per un periodo di tempo predefinito pari alla durata del contratto. La più diffusa forma di IRS è denominata plain vanilla swap e si caratterizza per il fatto che uno dei due flussi di pagamenti è basato su un tasso di interesse fisso, mentre l’altro è indicizzato a un tasso di interesse variabile. Le variazioni del tasso variabile, rispetto ai livelli ipotizzati al momento della conclusione del contratto, determinano il profilo di rischio/rendimento del prodotto. In particolare, se il tasso variabile risulta superiore alle aspettative, chi è obbligato a pagare il tasso fisso matura un profitto (in quanto, fermo restando i pagamenti a tasso fisso cui è obbligato, riceverà pagamenti a tasso variabile di importo superiore a quanto previsto). Il contrario se il tasso variabile scende.
  • Currency Swap letteralmente “scambio di valute” – sono contratti in cui due parti si scambiano il capitale e gli interessi espressi in una divisa contro capitale e interessi espressi in un’altra divisa.
  • Caratteristica ricorrente dei currency swap è che entrambi i flussi di pagamenti sono a tasso variabile.
  • Asset Swapsono contratti in cui due parti si scambiano pagamenti periodici liquidati in relazione ad un titolo obbligazionario (asset) detenuto da una di esse (e non, quindi, come per gli IRS, in relazione ad una semplice somma di denaro).Chi detiene l’obbligazione corrisponde l’interesse connesso all’obbligazione. L’altra parte riceve l’interesse dell’obbligazione e paga un tasso di natura diversa (se l’obbligazione è a tasso fisso pagherà un variabile e viceversa).
  • Credit Default Swap (CDS) – sono contratti in cui un soggetto (c.d. protection buyer), a fronte di pagamenti periodici effettuati a favore della controparte (c.d. protection seller), si protegge dal rischio di credito associato ad un determinato sottostante che può essere costituito da una specifica emissione, da un emittente o da un intero portafoglio di strumenti finanziari. La funzione tipica del contratto è quindi la copertura dei rischi associati ad una determinata attività.

  3. Le Opzioni

L’opzione è un contratto che attribuisce il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (opzione call) o vendere (opzione put) una data quantità di un bene (sottostante) ad un prezzo prefissato (strike price o prezzo di esercizio) entro una certa data (scadenza, o maturità), nel qual caso si parla di opzione americana, o al raggiungimento della stessa, nel qual caso si parla di opzione europea.

Il bene sottostante (che deve essere scambiato su un mercato con quotazioni ufficiali o pubblicamente riconosciute ovvero, nel caso di evento, oggettivamente riscontrabile) può essere:

  • un’attività finanziaria, come azioni, obbligazioni, valute, strumenti finanziari derivati, ecc.;
  • una merce, come petrolio, oro, grano, ecc.;
  • un evento di varia natura.

Nel momento in cui il compratore dell’opzione esercita il diritto, cioè decide di acquistare (call) o vendere (put), il suo ricavo consisterà:

  • nel caso di opzione call, nella differenza tra il prezzo corrente del sottostante (c.d. prezzo spot) e il prezzo di esercizio;
  • nel caso di put, nella differenza tra prezzo di esercizio e prezzo spot.

Assimilabili alle opzioni sono i covered warrant i quali, a differenza delle opzioni che sono contratti, sono titoli che incorporano un’opzione, emessi da banche o imprese di investimento; sono strumenti diffusi anche fra i piccoli risparmiatori.

Fonti: Consob