I tassi negativi sui depositi e conti correnti
La Banca Centrale Europea, come ben sappiamo, ha aumentato in negativo i tassi sui depositi portandoli a -0.50%. Cosa significa tutto questo? Le banche che depositeranno capitali presso la BCE saranno gravati da questo tasso negativo. In altre parole, pagheranno per la giacenza.
Questo costo potrebbe riflettersi sui risparmiatori di tutta Europa e in Italia in particolare. Le banche potrebbero decidere di ribaltare il costo direttamente sui loro clienti. Il tema sta scatenando un acceso dibattito nel mondo finanziario, creando delle preoccupazioni anche per i risparmiatori.
Jean Pierre Mustier, Ceo della Unicredit e nuovo presidente della EBF, la Federazione europea delle banche, ha affermato che i tassi negativi saranno trasferiti ai clienti, con depositi ben al di sopra i 100mila euro, a partire dal 2020.
Afferma, anche, che offrirà delle alternative a tasso zero. Quindi, Unicredit sarebbe la prima banca d’Italia ad adottare questo tipo di provvedimento. Favorevole Confindustria: sarebbe un’operazione di stimolo per movimentare i soldi e metterli in circolazione.
Effettivamente il provvedimento della BCE è stato adottato per scoraggiare le banche a depositare fondi e per evitare che ingenti capitali stessero fermi. Una sorta di costrizione, insomma, a inventarsi di tutto affinché i soldi fossero messi in circolazione e a disposizione di chi ne facesse richiesta.
Ma le banche, lo sappiamo bene, non perdono mai e facilmente ribaltano il costo dei loro depositi direttamente sui loro clienti.
La tassa sui depositi in Svizzera e Danimarca è già realtà ed è anche diffusa in alcune regioni tedesche. Volksbank, secondo istituto di credito più grande della Germania, ha già trasferito il tasso ai suoi clienti.
Le banche italiane hanno solo aggirato il tasso, incrementando costi e commissioni, per evitare di perdere clienti. La decisione di Unicredit potrebbe aprire il fronte a tutto il sistema bancario italiano.
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