Il Carry Trade

Il Carry Trade

Il Carry Trade

La strategia del carry trade con leva è una delle strategie di trading preferite dagli Hedge Funds e dalle banche d’investimento. È il macro commercio per eccellenza che interessa tutte le nazioni.

La strategia del carry trade comporta andare long, o comprare, una valuta ad alto rendimento e vendere, o mettere in corto, una valuta a basso rendimento. Gli speculatori aggressivi lasceranno l’esposizione dei capitali senza copertura, il che significa che l’operatore scommette sull’apprezzamento della valuta con alto tasso di rendimento, oltre a guadagnare il differenziale del tasso di interesse tra le due stesse monete.

Lo speculatore che protegge l’esposizione al tasso di cambio, sebbene la differenza dei tassi di interesse tenda ad essere piuttosto piccola, mettiamo caso dall’1 al 5%,  e viene calcolata una propria misura da 5 a 10 volte i profitti utilizzando una certa leva, potrà avere un risultato ugualmente molto sostanzioso.

Una differenza del 2,5 percento fra i tassi d’interesse, diventa il 25 percento sulla leva 1:10 volte. L’utilizzo della leva può rivelarsi anche molto rischiosa se non gestita correttamente, perché può aggravare le perdite.

L’apprezzamento del capitale si verifica generalmente quando un certo numero di operatori vede questa stessa opportunità ed entra nella stessa direzione di mercato.

Il carry trade è un modo semplice per trarre vantaggio da un principio economico fondamentale: il denaro fluisce costantemente dentro e fuori diversi mercati di valuta estera, guidato dalla legge economica della domanda e dell’offerta. I mercati che offrono ritorni più alti sugli investimenti, parlando di commercio di valuta estera, in generale attrarranno la maggior parte dei capitali.

Giocano un ruolo fondamentale le nazioni che offrono i tassi di interesse più alti, sicuri di attrarre il maggior numero di investimenti attraverso la maggior richiesta di valuta. Il carry trade è semplice da controllare, è considerata una strategia di trading molto popolare.

Un’operatività corretta può ottenere un rendimento elevato senza che un investitore si assuma un sacco di rischi. Tuttavia, non bisogna prenderlo con leggerezza, anche le operazioni di carry trade hanno qualche rischio. Le probabilità di perdita sono grandi se non si capisce come, perché e quando funzionano meglio.

Come funzionano le operazioni di carry trade?

Il carry trade funziona in questo modo: acquistare una valuta che offra un alto tasso di interesse mentre si vende un’altra valuta che offre un basso tasso di interesse. Le operazioni di carry trade sono redditizie perché un investitore è in grado di guadagnare la differenza di interesse o di spread tra le due valute.

Facciamo un esempio: supponiamo che alla data odierna stiamo operando sul rublo russo che offre un tasso di interesse del 7,50%, mentre l’Euro offre un tasso di interesse pari allo 0,00%. Per eseguire il carry trade compriamo il rublo (RUB) e vendiamo l’Euro (EUR).

In questo trade possiamo guadagnare un profitto del 7.50 per cento (7.50 percentuale di interessi guadagnati meno 0,00% degli interessi pagati), a condizione che il tasso di cambio tra rublo ed euro non cambi. Questo rendimento lo incasseremo se abbiamo operato con leva zero.

Mettiamo il caso che operiamo con una leva 1:5. Cinque volte la leva equivale a un rendimento del 37.50%, questo sul solo differenziale dei tassi d’interesse. Illustriamo meglio questo esempio.

Esecuzione del Carry Trade

Acquista RUB e vendi EUR (lungo RUB / EUR). Effetti:

  • Posizione RUB lunga: l’investitore guadagna il 7,50%.
  • Posizione EUR corta: l’investitore paga lo 0,00 percento.

Con il tasso fisso tenuto costante, il profitto è del 7.5% o di 750 punti base.

Se la coppia valutaria RUB / EUR aumentasse il suo valore, dovuto all’investimento compiuto dai tanti operatori in giro per il mondo, che hanno identificato questa stessa opportunità, il carry trade guadagnerebbe non solo il rendimento dell’interesse ma anche l’apprezzamento del capitale dovuto all’aumento del valore della moneta. Lo speculatore avrebbe un guadagno a doppio binario.

Ricorda il presupposto del carry trade: funziona acquistando una valuta che offre un alto tasso di interesse mentre si vende una valuta che offre un basso tasso di interesse.

Perché lavorare con il carry trade?

Il carry trade ha un senso per il costante movimento di capitali, in entrata e in uscita, nei vari Paesi del mondo. I tassi di interesse sono la ragione principale per cui alcuni paesi attraggono una grande quantità di investimenti rispetto ad altri.

La situazione economica di un Paese è un fattore molto importante, se la troviamo abbastanza florida, con crescita elevata, alta produttività, bassa disoccupazione, aumento dei redditi, sarà in grado di offrire un maggiore ritorno sull’investimento a chi ha deciso di puntarvi.

I Paesi con migliori prospettive di crescita possono anche permettersi di pagare un tasso di interesse più elevato sul denaro investito nel loro territorio.

Quando un operatore finanziario decide di investire in una determinata valuta è molto probabile che scelga quella che offre il più alto tasso di rendimento, o tasso di interesse. Naturalmente non sarà l’unico ad accorgersi di tale beneficio, quindi, se diversi investitori prendono esattamente la stessa decisione, il Paese sperimenterà un flusso di capitali in entrata da quelli che cercano di ottenere un alto tasso di rendimento.

Diversa sarà la situazione dei Paesi a basso tasso di crescita e produttività, non saranno mai in grado di offrire un alto tasso di rendimento sugli investimenti. Paesi con economie molto deboli avranno anche i tassi di interesse pari a zero o con un valore molto vicino a esso.

Questa differenza, tra Paesi che offrono alti tassi di interesse rispetto ad altri che offrono bassi tassi di interesse, è ciò che rende possibile il carry trade. Ogni investitore ha l’obiettivo di fare profitti sfruttando il tasso più alto, non ci sarebbe alcuna ragione di fare finanza altrimenti.

Andiamo all’esempio precedente del carry trade RUB / EUR. Acquistiamo un deposito in rubli e vendiamo un deposito in euro. L’effetto netto di milioni di persone che operano nella stessa transazione è che i flussi di capitale escono dalla dall’Europa ed entrano in Russia.

In questo caso è la Russia in grado di attirare più capitali, perché offre un tasso d’interesse alto. Questo afflusso di capitali aumenta anche il valore della valuta, perché gli investitori cercheranno di comprarla e soprattutto di tenerla in portafoglio escludendo l’offerta (figura seguente).

Quando il Carry Trade funziona meglio?

I carry trade funzionano meglio e sono più proficui quando gli investitori in genere, in gruppo, hanno un atteggiamento unanime e specifico nei confronti del rischio. Questa è una variabile determinante e non banale.

Gli stati d’animo tendono a cambiare nel tempo. Gli operatori a volte possono sentirsi più audaci e disposti a rischiare, mentre altre volte possono essere più timidi e inclini alla moderazione. In genere, come gruppo e categoria, non sono molto diversi. Ci sono periodi in cui sono disposti a fare investimenti che comportano una buona quantità di rischio, mentre altre volte hanno più paura delle perdite e cercano d’investire in attività più sicure.

Quando sono disposti a fare di più, nel gergo finanziario si può dire che hanno una bassa avversione al rischio o, in altre parole, sono in modalità di ricerca del rischio. Al contrario, quando gli investitori sono attratti da investimenti più conservativi e sono meno disposti ad andare oltre una certa misura, possiamo affermare che hanno un’avversione al rischio elevata.

Le operazioni di carry trade sono più redditizie quando gli investitori hanno una bassa avversione rischio. Questa è una regola generale, bisogna stare attenti. Andiamo a rivedere cosa comporta il carry trade e di contro facciamo qualche considerazione.

Abbiamo detto che riguarda l’acquisto di una valuta che paga un alto tasso di interesse mentre si vende una valuta che paga un basso tasso d’interesse. L’acquisto della valuta ad alto tasso di interesse, quale rischio comporta per l’investitore? Una buona dose di incertezza sul fatto che l’economia del Paese continuerà a girar bene e a essere in grado di pagare l’alto tasso d’interesse.

Ricordate che in economia c’è sempre la possibilità che qualcosa possa accadere e impedire a quel Paese di mantenere quel particolare alto tasso di interesse. L’investitore deve essere disposto a cogliere questa opportunità consapevole di questo rischio / possibilità.

Al contrario, se gli investitori non fossero disposti ad assumersi questo rischio, il capitale non avrebbe alcuna ragione di spostarsi da un Paese all’altro e l’opportunità del carry trade non esisterebbe. Pertanto, ecco la necessità della bassa avversione al rischio. Per riassumere, le operazioni di carry trade hanno il maggiore potenziale nei periodi in cui gli investitori sono disposti a correre il rischio di investire in valute di Paesi che pagano interessi elevati.

Quando non funziona il Carry Trade?

Cosa succede quando gli speculatori hanno un’alta avversione al rischio? Le operazioni di carry trade sono meno proficue.

Quando gli operatori finanziari sarebbero meno disposti a investire in valute più rischiose, quelle che offrono tassi di interesse più elevati per intenderci, in realtà preferirebbero mettere i loro soldi in valute “rifugio”, quelle che pagano tassi d’interesse più bassi.

È l’esatto opposto di un carry trade. Gli investitori acquistano una valuta con basso tasso di interesse e vendono la valuta con l’alto tasso di interesse.

Supponiamo che lo speculatore si senta improvvisamente a disagio nel tenere in portafoglio la valuta estera, e tornando all’esempio precedente indichiamo il rublo. Ora, invece di cercare il tasso di interesse più elevato, è più interessato a mantenere il suo investimento al sicuro. È deciso a scambiare i suoi rubli con dollari americani.

Mettiamo il caso che milioni di persone, in quel particolare momento, la pensano allo stesso modo. Quale dinamica s’innescherebbe? L’effetto che avremmo è che il capitale fluisca dalla Russia agli Stati Uniti d’America perché i rubli sarebbero appunto scambiati in dollari americani.

Questa è una classica operazione di elevata avversione al rischio. Gli Stati Uniti attraggono più capitale per la sicurezza che offre la sua valuta, nonostante il tasso di interesse più basso (2.25%). Questo afflusso di capitale aumenterà il valore del dollaro (Figura seguente).

Importanza dell’avversione al rischio

Abbiamo detto che le transazioni di carry trade saranno generalmente profittevoli quando gli investitori hanno una bassa avversione al rischio e sono poco o non profittevoli quando gli stessi investitori hanno un’alta avversione al rischio. Pertanto, prima di effettuare un’operazione di carry trade, è fondamentale essere consapevoli dell’ambiente di rischio che andiamo a trovare e quando  potrebbe cambiare.

L’aumento dell’avversione al rischio è generalmente vantaggioso per le valute meno remunerate, che pagano naturalmente. L’umore degli investitori cambia rapidamente, la loro disponibilità a fare scambi più rischiosi può mutare drasticamente da un momento all’altro.

Spesso, questi grandi spostamenti di capitali sono causati da eventi globali molto rilevanti. Quando l’avversione al rischio aumenta rapidamente, il risultato è generalmente un grande flusso di capitali che si sposta in valute considerate “rifugio sicuro”, anche a basso tasso di interesse (vedi esempi precedenti).

Riportiamo un evento che potrebbe darci un’idea: l’estate del 1998 vide lo yen giapponese molto apprezzato rispetto al dollaro, di oltre il 20 percento nell’arco di due mesi, principalmente a causa della crisi del debito russo e al piano di salvataggio degli hedge funds a lungo termine.

Allo stesso modo, subito dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, il franco svizzero è cresciuto di oltre il 7 percento rispetto al dollaro, in un periodo di circa 10 giorni.

L’avversione al rischio non è l’unico elemento importante quando dobbiamo considerare un’operazione di carry trade, ce ne sono anche altri. Indichiamone qualcuno:

Il Carry Trade.
Il Carry Trade.

Apprezzamento della valuta con un basso tasso d’interesse

Il carry trade può diventare non redditizio se per qualche motivo la valuta con basso tasso d’interesse è apprezzata attraverso grandi quantità di acquisto.

Oltre all’avversione al rischio, il miglioramento delle condizioni economiche all’interno di un paese, che paga gli interessi, può generare un forte apprezzamento della valuta. Un’operazione ideale di carry trade si svolge quando abbiamo una valuta a basso tasso d’interesse, la cui economia è debole, con aspettative di crescita basse.

Se l’economia di quel Paese dovesse migliorare, potrebbe essere in grado di offrire un tasso di rendimento molto più elevato, attraverso un futuro aumento dei tassi.

Utilizziamo sempre lo stesso esempio di prima, RUB / EUR, e mettiamo il caso che l’Europa  aumenti i tassi d’interesse, portandoli al 3 per cento. Gli investitori potrebbero approfittare di questo rialzo investendo in euro.

Come mostrato in precedenza, un apprezzamento dell’euro avrebbe un impatto negativo sulla redditività del carry trade relativo alla coppia Rublo /  Euro. Un tasso d’interesse più elevato in Europa influenzerebbe negativamente il guadagno dalle operazioni di carry trade avendo di fatto ridotto lo spread dei tassi d’interesse (7.5 – 3 = 4).

Nella storia delle valute, lo yen giapponese, per i suoi tassi di interesse a zero, è stato per molto tempo una valuta ideale da utilizzare nelle operazioni di carry trade. Infatti, nel mondo finanziario,  è molto noto il fenomeno “yen carry trades”, proprio per il ruolo che gli investitori gli avevano dato.

Il crescente ottimismo sull’economia giapponese ha portato a un aumento d’investimenti sul suo mercato azionario. L’aumento di questa domanda, azioni e valuta giapponese, ha fatto apprezzare di molto lo yen, che come conseguenza ha influito negativamente sulla redditività delle operazioni di carry trade.

In questo contesto, se gli investitori continuassero ad acquistare lo yen, il cosiddetto  “yen carry trade” crescerebbe sempre di più e senza profitto. Ciò dimostra ancora il fatto che quando una valuta a basso tasso di interesse si è particolarmente apprezzata (la valuta che viene generalmente venduta), influisce negativamente sui guadagni del carry trade stesso.

Bilance commerciali

I saldi delle bilance commerciali dei paesi (la differenza tra importazioni ed esportazioni) possono anche influenzare i profitti di un carry trade. Abbiamo detto che quando gli investitori hanno una bassa avversione al rischio, il capitale passerà dalla valuta a basso tasso d’interesse a quella ad alto tasso di interesse (vedi Figura precedente).

Questa logica, tuttavia, non sempre si verifica. Pensiamo alla situazione economica degli Stati Uniti: attualmente pagano tassi di interesse storicamente bassi, ma attraggono investimenti da tantissimi altri paesi. I suoi mercati finanziari sono un forte richiamo anche per gli investitori che hanno una bassa avversione al rischio (vale a dire, amore per alto tasso di interesse).

Perché succede? La risposta è apparentemente semplice: gli Stati Uniti hanno un enorme deficit commerciale (le sue importazioni sono maggiori delle esportazioni), un deficit che deve essere finanziato da altri paesi. Indipendentemente dai tassi di interesse che offre, gli Stati Uniti attraggono grandi flussi di capitali per finanziare questo squilibrio e principalmente dai paesi che hanno un’enorme interesse a mantenere una buona quotazione del dollaro nei confronti della loro moneta.

Qui entriamo in un campo di confronto molto minato, ma è giusto dire le cose per come stanno. Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico che supera quota 20mila miliardi di dollari, un oceano in confronto al piccolo laghetto Italia.

Oltre due terzi di titoli (13.700 miliardi) sono detenuti dai risparmiatori, imprese ed enti. Un terzo è costituito da debito interstatale con oltre 230 agenzie federali, ma per capire esattamente l’analisi dal nostro punto di vista è il restante terzo che c’interessa, quello detenuto da investitori esteri (6.281 miliardi).

I due principali paesi creditori sono il Giappone (1.108 miliardi) e la Cina (1.049 miliardi). Questi due paesi, per favorire la competitività del loro export e dei loro prodotti, hanno l’estremo interesse a sostenere il valore del dollaro rispetto a quello delle loro valute nazionali. Hanno il controllo di oltre il 10% del debito pubblico americano e questo dà loro un’arma potente di ricatto politico.

Se dovessero minacciare di tagliare fortemente il periodico riacquisto dei Treasury Bond Usa, potrebbe essere un vero problema per gli americani. Nonostante questa possibilità di ricatto, hanno invece l’interesse totalmente contrario, che prevale su tutto: entrambi i Paesi sono costretti a detenere una quota elevata di debito Usa per evitare tracolli nelle quotazione del “biglietto verde”.

Perché? Sappiamo tutti che la politica di Trump punta a indebolire il dollaro per sostenere le vendite di prodotti statunitensi all’estero. Quest’azione, già da sola, danneggerebbe di molto le economie di Giappone e Cina.

Oggi, vista la situazione, è molto più probabile che il debito americano raggiunga rapidamente quota 25mila miliardi. Perché allora si compra debito pubblico americano? Perché è ritenuto affidabile.

Le maggiori agenzie di rating, non a caso tutte americane, continuano a ritenere  – affidabile – questo enorme passivo, attribuendogli l’inverosimile rating  AA+ , contro il  Baa2  attribuito all’Italia, valutazione al pari di Marocco e Kazakistan.

Non entro in merito alla politica odierna di Trump perché non né il luogo né l’articolo, mi basta che comprendiate il meccanismo d’investimento per quello che si sta discutendo.

Il fondamento di questo esempio è quello di mostrare che anche quando gli investitori hanno una bassa avversione al rischio, un grande squilibrio commerciale può anche far apprezzare una valuta a basso tasso di interesse.

Per  riassumere: quando la valuta a basso tasso di interesse si apprezza (la valuta che generalmente viene venduta), influisce negativamente sulla redditività del carry trade.

Orizzonte temporale

In generale, il carry trade è una strategia a lungo termine. Prima di concludere un’operazione di carry trade, uno speculatore dovrebbe essere disposto a impegnarsi per un tempo minimo di almeno sei mesi.

Questo impegno aiuta a garantire che il commercio non sia influenzato dai “rumors”, per i movimenti dei prezzi delle valute nel breve termine. Inoltre, il fatto di non utilizzare una leva eccessiva per le operazioni di carry trade, permetterà ai trader di mantenere le proprie posizioni più a lungo, sopportando le varie fluttuazioni di mercato senza temere di essere stoppati.

In conclusione, sono tre i fattori da tenere veramente in considerazione: l’apprezzamento della valuta, i saldi delle bilance commerciali e l’orizzonte temporale. Trascurare uno solo di questi fattori può generare un carry trade, apparentemente efficace, totalmente non profittevole.

Può un trader non capitalizzato e indipendente approfittare del carry trade?

Nel mercato del forex, il carry trade si nasconde dietro il termine impenetrabile noto come swap. Lo swap, come descritto in precedenza, nasce per i tassi di interesse overnight applicati a ciascuna coppia di valuta.

Essendo una coppia, ormai sappiamo che una la prendiamo in prestito per comprarne un’altra. È  necessario pagare gli interessi sul prestito e beneficiare degli interessi sulla valuta che hai comprato.

In base ai principi già descritti, se la differenza tra i tassi delle due valute positiva, si ha diritto a un credito di swap netto; se la differenza è negativa, vale a dire se paghi più interessi di quelli che ricevi, avrai un addebito sulla corrispettiva colonna dello swap.

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