Il “dot plot” della Federal Reserve

dot plot diagramma a punti

Il “dot plot” della Federal Reserve

Il dot plot della Federal Reserve è un grafico che registra le previsioni di ciascun funzionario della Fed in merito al tasso di interesse a breve termine della banca centrale, attualmente in un intervallo obiettivo compreso tra 1,5 percento e 1,75 percento.

Ogni punto rappresenta un funzionario della Banca, 19 in totale: da Powell al governatore Lael Brainard, dal presidente della Fed di New York, John Williams, al presidente della Fed di St. Louis, James Bullard. Tutto è strettamente mantenuto anonimo e nessuno sa cosa ha espresso l’altro. La previsione è un’attività che viene espressa ogni tre mesi, al termine di ogni riunione Fed (marzo, giugno, settembre e dicembre). I mercati sono attenti e seguono con estrema attenzione questo avvenimento.

I funzionari forniscono anche un punto per tre anni nel futuro, nonché un punto per il lungo periodo.

Sull’asse Y del quadro “dot plot” è indicato il tasso d’interesse e sull’asse X l’anno per il quale i funzionari hanno fornito le loro previsioni.

dot plot diagramma a punti

A ciascun punto corrisponde la previsione di ciascun banchiere. Le indicazioni che sono state rilasciate non sono, poi, necessariamente confermate dai fatti, anche perché l’evoluzione della situazione economica può seguire un corso differente rispetto a quanto previsto.

“Se presti troppa attenzione ai punti, potresti perdere di vista il quadro generale”, ha dichiarato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ai giornalisti nel dopo riunione del 19 giugno, riferendosi alle previsioni della visione della politica.

Negli ultimi anni, i banchieri della Fed hanno costantemente sovrastimato il livello dei tassi, e si sono poi dovuti adeguare alle previsioni molto meno ottimiste dei mercati.

Osservando il grafico, è possibile identificare dove si trovano i cluster, il che a sua volta consente di dedurre dove potrebbe trovarsi il bias (tendenza) della Fed.

Facciamo un esempio: si può dire che, a partire da settembre 2019, la stima mediana tra i funzionari della Fed prevedeva che il punto medio del tasso sui fondi federali si sarebbe attestato all’1,875% entro la fine dell’anno, con due tagli in totale. Sette funzionari, tuttavia, hanno registrato un’altra riduzione, portando il tasso all’1,625 percento ( è esattamente quello che la banca centrale americana ha finito per fare).

Si può anche vedere che otto funzionari si aspettavano che il tasso sui fondi federali si mantenesse a un punto medio dell’1,625 per cento nel 2020. Ci credevano talmente tanto che i voti sono di più di qualsiasi altro cluster.

Nel lungo periodo, si nota anche come il tasso di interesse si posiziona in una zona mediana rispetto alle votazioni. I funzionari prevedono che il tasso sui si attesti al 2,5 percento, un dato che non accelera né rallenta l’economia.

Un risparmiatore o un investitore attraverso il grafico dot plot potrebbe trovare utili indizi sulla posizione dei tassi negli anni, tra un anno o due, grazie alle previsioni dei funzionari incaricati. Tutto è però relativo e salvi eventi eccezionali.

Bisogna fare un po’ di attenzione. Gli economisti, naturalmente, per le loro programmazioni si basano principalmente sulla previsione mediana rappresentata nel grafico. Se prendiamo a esempio quella dell’anno 2019, la previsione mostrava un punto medio sui fondi federali con un tasso pari all’1,875 per cento.

Il 20 marzo del 2019, nel bollettino della FED era segnalato che nel corso del 2019 non dovevano esserci variazioni nei tassi di interesse (2.25 – 2.5%). La decisione è stata confermata anche il 1° maggio dello stesso anno, evidenziando ancora una solida crescita dell’economia e un rallentamento dell’inflazione.

Confermati ancora il 19 giugno, poi sono stati tagliati il 31 luglio, 18 settembre e 30 ottobre. Tre tagli consecutivi e pienamente votati. Ciò mostra che, in solo otto settimane, il dot plot non è stato in grado di prevedere il corso della politica della Fed.

Le origini del diagramma

Il diagramma a punti è stato creato nel 2011, periodo nel quale l’economia stava cominciando a riprendersi dalla Grande recessione e quando i tassi di interesse erano ancora vicini allo zero. Lo scopo della banca centrale era quello di dare agli osservatori della Fed una visione anticipata su quello che i funzionari pensavano del futuro economico, cosicché potessero avere un indirizzo per le loro decisioni.

Secondo Ryan Sweet, direttore sezione economia reale presso Moody’s Analytics, è una forma di “guida sul futuro”, un concetto che l’ex presidente Ben Bernanke ha creato per preparare i mercati alle decisioni della Fed.

Le prospettive di oggi stanno diventando molto più difficili da prevedere, sia per l’imprevisto Covid-19 sia per le tensioni commerciali con la Cina che annebbiano il quadro. Sono quegli imprevisti che annullano completamente le previsioni del dot plot, causando un colpo devastante per l’economia americana.

Anche i funzionari della Fed hanno sottolineato che le loro decisioni saranno “dipendenti dai dati” e puntualizzano che non avranno un percorso predeterminato per gli aggiustamenti dei tassi di interesse.

Il dot plot non è una previsione e neanche un impegno. Le proiezioni dei tassi di interesse cambiano con il variare dell’economia, con l’evoluzione e gli sviluppi dei mercati finanziari.

Powell stesso ha sottolineato che le decisioni politiche della Fed “non sono su una rotta prestabilita e cambieranno se i dati in arrivo cambieranno materialmente le prospettive”.

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