Il Viaggio psicologico del Trader

Il Viaggio psicologico del Trader

Il Viaggio psicologico del Trader

Abbiamo da sempre posto l’accento su quanto sia importante la preparazione psicologica del Trader, e abbiamo descritto come ci controllano e come si governano le diverse emozioni che molto spesso ci portano ad aprire posizioni sul mercato quando non si deve.

In questa fase non voglio soffermarmi sulla distinta emozione, ma piuttosto sugli stati d’animo che ogni Trader è costretto a subire durante il suo percorso per diventare un professionista della finanza. In buona sostanza, voglio descrivere le varie fasi psicologiche che, volente o nolente, dovrà sopportare, al di là dell’analisi del grafico, per alzare il suo livello di prestazione professionale.

È un percorso obbligato cui nessuno si può sottrarre, possiamo sopportarlo da coscienti o non, ma quello che è certo è che dobbiamo attraversarlo. Leggere l’esperienza, o averla donata, è un vantaggio che se si sa usare ci prepara alla consapevolezza di quello che dobbiamo affrontare durante il nostro cammino.

Andiamo a vedere in cosa consiste questo viaggio psicologico. Nella figura sotto ho preparato uno schema che darà il senso di quello che illustrerò in seguito.

Questo disegno rappresenta il viaggio di crescita interiore attraverso lo studio, la pratica e l’esperienza. All’inizio, quando siamo dei neofiti, partiamo addirittura fuori dal primo cerchio con un grande punto interrogativo sopra la testa. Quello che sentiamo si può descrivere come un’intensa attrazione verso quella che rappresenta la possibilità di guadagnare molto denaro e guardiamo al mondo del trading come un qualcosa di miracoloso che risolverà i problemi della nostra vita.

Ci grattiamo la testa e cerchiamo un metodo veloce che possa consentirci l’immediato beneficio economico. Cerchiamo tutte le soluzioni, le più facili e le più veloci, ovviamente. L’entusiasmo e l’ansia del risultato non ci consentono di volgere la nostra attenzione al sacrificio e allo studio. Allo stato iniziale, non siamo maturi abbastanza e, se dobbiamo dire la verità, non ne abbiamo assolutamente voglia.

Il nostro pensiero è offuscato dal guadagno facile, così intraprendiamo la nostra missione, volgendo lo sguardo a garantiti testi esoterici e a qualche stregone di ventura che ci rappresenteranno il Trading come un gioco da ragazzi, raccomandando la pratica anche mentre stai allattando tuo figlio guardando la tv.

Ritorniamo al tema centrale: il passaggio attraverso i cerchi. Arriva il momento di entrare nel cerchio A. Il dado è tratto. Siete entrati nel territorio della finanza. Cominciate l’attività e tra le mille operazioni che avrete eseguito molte le avrete vinte e parecchie le avrete perse. Vi sembrerà di giocare alla roulette, ma di profitti veri e propri non avete visto nulla. Se siete stati fortunati, il saldo del vostro conto sarà pari all’importo del capitale iniziale, altrimenti, nel caso contrario, vi troverete schiacciati dalla frustrazione psicologica per aver subito la perdita e non aver capito il perché.

Vi renderete immediatamente conto che è impossibile ottenere l’obiettivo desiderato senza un minimo di programma di crescita solido, ammesso e concesso che si voglia fare sul serio. Noi lo diamo per scontato.

Consapevoli di questo, vi mettiamo alla ricerca della condizione che può darvi l’equilibrio, un’esperienza necessaria che possa permettervi di occupare stabilmente il cerchio A con orgoglio e preparazione.

Grazie al vostro impegno e agli approfondimento eseguiti, arrivate a conquistare il primo piccolo obiettivo: il sapere necessario per operare da cerchio A. La sensazione che avrete sarà quella di sentirsi completi e preparati, nonostante il bagaglio di conoscenze tecniche si trovi al minimo.

In questa fase, potrebbe capitarci di conoscere qualche altro Trader con esperienza decennale e confrontarci sugli studi. La prima reazione sarà di guardarlo dall’alto in basso, se avrete la propensione a essere arrogantelli, altrimenti manterremo un atteggiamento di difesa per non scoprire le nostre debolezze lasciando immaginare che la nostra preparazione supera quella di Livermore. Li tratterete da pivellini, perché, senza rendervene conto, vi chiederete il motivo per cui loro abbiano perso così tanto tempo per capire quei semplici concetti che a noi sembrano addirittura ridicoli. In fondo, con quelle quattro nozioni, voi siate in grado di operare con successo.

Questa è anche la fase iniziale in cui, alla vostra attenzione, nonostante li leggiate, li sentiate e li ripetiate, vi sfuggiranno tanti concetti fondamentali, anche banali ma essenziali. Questo processo avviene perché la mente, già di suo, non è né in grado né pronta ad assorbirli. La nostra mente vedrà e assimilerà sempre ciò che vorrà percepire e assorbire.

Funziona così, se non è ben preparata si difenderà sempre ignorando quei molti passaggi che non riuscirà a comprendere. A causa di ciò, imparerete molti concetti con abbondante ritardo. Avendo consapevolezza del suddetto processo di assimilazione, non entrerete nello stato di ansia ma affronterete le lezioni con grande serenità, sapendo che dovrete rileggerle.

Inevitabilmente, a un certo punto, quando si sentirà saturo, il nostro cervello ne vorrà sapere di più, vorrà fare ricerca, non vi basterà il bagaglio di conoscenze posseduto e vi chiederà di adoperarvi a scovare nuovi approfondimenti per imparare nuovi concetti. La nuova sperimentazione e lo stimolo verso il nuovo sapere vi costringeranno ad abbandonare il cerchio A per intraprendere il corridoio C1 e raggiungere il cerchio B.

Il corridoio, potrebbe essere un pensiero scontato, è la strada che ci conduce al prossimo cerchio, al nuovo territorio. Rappresenta, di fatto, il movimento verso la conoscenza. Durante questo percorso saremo soggetti a influenze esterne; non sappiamo cosa o chi incontreremo, o da cosa o da chi o da quale argomento possiamo essere attratti.

È un momento molto delicato e se siete degli autodidatti può succedervi di tutto. Possiamo anche essere attratti o adescati dallo sciamano di turno, con le piume gialle sulla testa, ed essere coinvolti nei sacri rituali dell’impero azteco. Se siete formati, invece, siete protetti dal vostro indirizzo di studio, ma nulla toglie che possiamo deviare e fare una scelta non proprio corretta.

Consideriamo il caso che siate stati formati, l’altra possibilità non voglio proprio valutarla. Attraversiate il corridoio affrontando le varie influenze. Camminate lungo questa strada rendendovi conto del mondo esterno (altri tipi di studio). Ai lati ci sono venditori ambulanti, negozi, maghi e professionisti che vogliono offrirvi studi e pozioni miracolose. Vi fermano, vi tirano per la giacca e siete costretti, quindi, a conoscere molte più cose del mondo del trading. Conoscere non significa sapere, attenzione!

Infine, determinati e dopo tante peripezie, approdate al cerchio B. Vi rendiamo conto che è un po’ più grande. La grandezza del cerchio rappresenta l’allargamento della competenza nel mondo dell’operatività finanziaria. Necessariamente, per operare bene in quel territorio, occuparlo e padroneggiarlo, dovete riempire quel vuoto con la nuova e giusta conoscenza.

All’inizio vi sentirete destabilizzati, ma dopo un po’, con l’impegno e la giusta direzione, cominciate a ritrovare l’equilibrio. La vostra mente ha allargato i suoi orizzonti e gli scaffali del nostro sapere si ampliano.

Diamo sempre per scontato che avete ricevuto il giusto insegnamento, una buona preparazione e la proprietà dei concetti idonei alla vostra operatività; perché se così non fosse, andreste dritto ad abbracciare il frutto di un fallimento disastroso.

Un altro rischio che incombe sui trader inesperti è anche quello di perdere l’identità che hanno costruito. Cambiare binario di studi in corso d’opera, o subito dopo, non è mai consigliabile. La nuova conoscenza, per quanto valida, molto probabilmente, può prospettarci altri metodi e altre funzioni. Distaccarsi, all’inizio, anche per breve periodo, da quello che avete studiato e dal proprio metodo, comporta il rischio della spersonalizzazione. Molti analisti potrebbero parlarne riempiendo migliaia di pagine con fiumi di parole.

Quando entri nel terreno della spersonalizzazione cominci ad avere un senso di smarrimento, ti senti perso e se non c’è qualcuno che ti tende la mano ti sarà molto difficile uscirne. Ti troverai di fronte a un incrocio e dovrai decidere se: abbandonare o ricominciare dall’inizio da quegli studi che funzionavano. A priori ti dico che molti abbandonano, portando con sé un ricordo traumatico dei mercati finanziari. Solo chi ha forte volontà e determinazione ricomincia.

Una volta che sistemate e consolidate per bene tutti i nuovi mattoncini psicologici, il vostro cervello e la vostra preparazione si stabilizzano occupando con sicurezza tutto lo spazio del cerchio B, ma ciò non basterà. Prima di uscire dal cerchio è necessario interiorizzare tutti i contenuti, le sfumature, i concetti. Devi sentirti padrone della tecnica e operare con disinvoltura, senza tensioni emotive.

Quando sarete pronti, e avrete acquisito il grado psicologico per stare nel cerchio B, la vostra fame di cultura finanziaria si risveglierà e richiamerà altro sapere, spingendovi ad andare avanti. Tra una fase e l’altra può anche capitare che vi sentiate confusi.

Talvolta, potrete avere la sensazione di aver perso l’abilità nell’operare e vivere un senso di smarrimento. Non bisogna scoraggiarsi, come dissi in precedenza, è un percorso cui non possiamo sottrarci. Conoscere questo dato vi procurerà un grande vantaggio e l’essere perseveranti vi trasformerà in vincenti.

La causa, altro non è che l’aggiunta e la gestione di nuove informazioni a cui non siete abituati. Rappresenta la fase psicologica provocata dal nuovo territorio, il cerchio, che deve essere riempito e domato e gestito con la nuova esperienza. Le nuove conoscenze, non ancora innestate alle vecchie, possono innescare questa sensazione di smarrimento. Bisogna lavorarci un po’ e rimanere centrati per non correre il rischio di perdersi. Condividere lo stesso ambiente di trading, con altri colleghi, può aiutare moltissimo.

È venuto il momento di spostarsi per il corridoio C2 e avviarsi al cerchio C. Questa è una fase molto delicata.  Avrete certamente notato che il corridoio è sempre più largo. Le nostre maggiori esperienze vi permettono di notare molte più cose durante il vostro cammino, particolari che prima la vostra mente non prendeva neanche in considerazione, pur vedendoli.

Questi particolari cercheranno d’influenzare la vostra mente in qualche modo, ma voi potrete decidere se prenderli in considerazione o no. Non è detto che tutto quello che considerate porterà prosperità alla vostra operatività. Capiterà molto spesso che noterete delle teorie che vi faranno perdere solo tempo e, spesso, anche denaro.

Dovete seguire il vostro percorso sapendo stare al centro della carreggiata, in equilibrio, per difendervi dalle influenze che possono essere dannose. Dovete avere la capacità di stare fermi e centrati sulle vostre posizioni operative. In questa fase, comincerete a sentire un altro tipo d’influenza, molto più pericolosa e critica: la reazione della vostra emotività.

Sembrerà qualcosa da marziani, ma è così, la gestione dell’emotività è la bestia più nera con cui avrete a che fare. Entrare nel pianeta dell’emotività, sviluppare la capacità di gestione e di controllo, vi permette di salire sul podio dei campioni. È qualcosa che i novizi non sanno, non immaginano neanche, se non guidati scrupolosamente. Gestire la propria emotività è più complicato dello studio della tecnica. Nel cerchio C ve ne renderete subito conto.

All’inizio avrete molta difficoltà a capirlo, ma la perseveranza nella gestione dell’esperienza vi premierà. L’operatività sui mercati finanziari è un’attività che vi permette di monitorare la vostra crescita e in questa fase capirete che sarà possibile guadagnare se riuscirete ad annullare e a dominare la vostra emotività.

Come per il cerchio B, anche per il cerchio C, troverete molto più spazio da riempire. Comprenderete che la tecnica da sola non è sufficiente, c’è bisogno di qualcos’altro, un valore aggiunto che ci via stabilità psicologica. La fermezza riuscirete a svilupparla nella gestione della motivazione che vi porterà a entrare al mercato, annullando, per quanto vi sarà possibile, gli impulsi sollecitati dalle vostre emozioni.

Avrete perfettamente chiaro che quando la motivazione, che vi spingerà a entrare in posizione al mercato, si baserà sull’emotività, quell’operazione è destinata a subire una perdita. Ciascuno è un soggetto unico e deve trovare il proprio equilibrio in questo processo. L’allievo potrà essere guidato da un buon maestro, come Virgilio per Dante nella divina commedia, ma è l’applicazione personale che vi porterà all’apprendimento perfetto. La strada, tuttavia, è solo una: la ripetitività del metodo secondo disciplina e l’accumulo di esperienza.

Imparerete anche che è determinate concentrare lo studio sul proprio metodo e operare scegliendo uno o pochi strumenti, almeno all’inizio della carriera, che siano ben conosciuti e seguiti giornalmente. In buona sostanza, dopo aver appreso la tecnica, per non perdersi in altro, bisogna battere il chiodo e forgiare il proprio stile operativo.

Vi renderete conto di un altro dato molto importante, i profitti nell’operatività finanziaria non sono altro che probabilità statistiche e il nostro metodo, raffinato, forgiato e plasmato nel tempo, aumenta solo le opportunità di successo. Non bisogna disperdere le energie andando appresso a Tizio, Caio e Sempronio, solo perché ci fanno simpatia o attirano la nostra attenzione, ne subirete le spese.

Dopo una robusta formazione e consapevoli di una buona padronanza della tecnica, stabilità e controllo psicologico, l’obiettivo su cui puntare è la personalizzazione della tecnica in armonia col proprio essere. Il cosiddetto vestito su misura.

Vi porto un esempio: se il vostro formatore vi ha insegnato un particolare operativo, con un ingresso al mercato di dieci euro a pip, voi, pur assistendo alla sua operatività, potreste non essere in grado di reggerlo. Il motivo? La size potrebbe essere troppo alta. In qualche modo percepirete che vi causa tensione e non vi sentirete a vostro agio. Sarete nervosi. Se penserete che sarebbe meglio utilizzare una size più bassa, allora dovreste abbassarla. Lo stesso principio vale per il momento di entrata al mercato: potreste essere molto più moderati, più aggressivi o più creativi, per esempio.

Dovrete essere voi stessi, a quel punto, a ricercare il tipo di operatività che vi porterà benessere psico-fisico e provvedere a cucire il vostro vestito su misura. Dovrete trasformarvi in ricercatori. Quando opererete sui mercati finanziari dovrete sentirvi a vostro agio, è la base del trading di successo. La sofferenza è un errore, e quando la sentite dovete abbandonarla. Siate il sarto di voi stessi.

È questo che va consolidato nel cerchio C, o almeno tenterete di farlo. Nonostante ciò, avrete ancora a  che fare con le stesse logiche del cerchio precedente: subirete i vostri momenti di crisi, dovrete combattere le tentazioni e la curiosità per altri metodi per evitare la spersonalizzazione del metodo e, per ultimo, momenti d’incapacità operativa temporanea.

Educare la propria mente a rimanere sempre centrati sul proprio metodo, è determinate per il successo. Quando si studiano momenti di operatività finanziaria, bisogna approfondire sempre ciò che si conosce, almeno fino a quando non sarete solidi. Abbandonate gli stregoni, servono solo a fare fumo.

Lo sconfinamento culturale e di metodo potrete attuarlo quando sarete ben strutturati. Fino allora è consigliabile mantenersi sulla propria e personale corsia autostradale e soprattutto, se se ne ha la possibilità, frequentare l’ambiente di trading con persone che hanno la vostra stessa formazione.

Il cerchio C è il territorio principe per la gestione e il controllo delle proprie emozioni. È il luogo dove vi scontrerete con esse. Combatterete contro voi stessi, i vostri demoni interni usciranno e si faranno sentire. Sarà una bella palestra di allenamento, di lotte e di confronto. Alla fine, riuscirete a consolidare le vostre prestazioni, avrete di nuovo fame e voglia di conoscenza superiore.

Nuovamente, inizierete il cammino verso il corridoio C3. È molto più largo, e adesso sapete anche il perché: più larga è la corsia, più impegno vi serve per essere forti e concentrati a consolidare le vostre conoscenze.

Lungo questo corridoio vi capiterà d’incontrare un collega che v’illustrerà la sua tecnica come la migliore di tutti i tempi; qualcuno potrebbe scoraggiarvi per gli strumenti che utilizzate o, addirittura, non credervi; potreste deprimervi perché altri non usano i vostri strumenti e vivere la sensazione di essere isolati; tra le mani potrebbe capitarvi un testo, spacciato per un bestseller mondiale, che annulla totalmente quello che di buono avete studiato. Se non avrete una mente ferma e forte, potreste smarrirvi. C3 mette alla prova la vostra determinazione a mantenere la rotta.

Le motivazioni più banali a volte sono le più pericolose. Rischierete di essere coinvolti senza che ve ne rendiate conto. La centratura e la disciplina sul metodo vi salveranno da tutte le lusinghe e le influenze che vi arriveranno dall’esterno. Sembrerà ripetitivo, ma vi accorgerete che bisogna ripeterselo anche da soli.

Siate arrivati alla fine del tratto e, finalmente, superate indenni il corridoio C3. Approdate al cerchio D, l’ultimo. Troverete uno spazio ancora più grande. Ormai, aspettavate che lo dicessi. Riempirlo sarà ancora più difficile, ci vorrà ancora esercizio e impegno.

Cos’è il cerchio D e cosa rappresenta?

È il cerchio dell’esperienza, dell’aumento della consapevolezza e dove s’impara molto più velocemente dai propri errori. L’esperienza è essenziale per tracciare la rotta, ci guida verso ambiziosi obiettivi. L’obiettivo in questa fase è il consolidamento totale per il miglioramento della propria vita.

La consapevolezza, la saggezza delle nostre azioni, che ci deriva dalla nostra conoscenza, ci porta a considerare che l’operatività finanziaria sia un modo per crescere, un’attività essenziale per comprendere come funzionano le dinamiche del mondo e a riconoscerne le manipolazioni a tutti i livelli. Impariamo ad armonizzare, principalmente, il nostro rapporto con il denaro.

Qualcuno potrà dire: cosa c’entra il nostro rapporto con il denaro? Tantissimo. Il denaro ci fa perdere lucidità, può dominarci stimolando la crescita dell’avidità o la paura di perderlo. Avidità e paura sovrastano e ci nascondono le opportunità che potremmo sfruttare applicando la tecnica, offuscando la nostra mente.

Ci dedicheremo completamente alla tecnica, perfezionandola a inseguire le entrate al mercato con un timing quasi perfetto. Riconosceremo quando sarà il momento di uscire, per esempio, abbandonando l’ingordigia che potrebbe suggerirci il contrario. L’eccessivo attaccamento, il desiderio smodato di denaro, è un grave ostacolo alla nostra attività. Avrete la consapevolezza di capire che entrare al mercato è facilissimo, ma è molto più difficile mantenere la posizione, specialmente quando sarete in profitto.

Vi chiederete: ma com’è possibile che non si riesca a mantenere una posizione in profitto? Sì, è proprio così. Se non sarete ben strutturati psicologicamente, chiuderete la posizione e il prezzo continuerà a correre. In buona sostanza, avrete perso l’opportunità di guadagnare ancora di più. È un altro dei più grandi ostacoli che i Trader dovranno affrontare.

Un professionista dovrà avere a che fare: con stop stretti, la tremenda paura d’intaccare il capitale, la chiusura delle operazioni vincenti e la paura di perdere il profitto. Difficoltà che, a leggerle, potrebbero sembrare di facile eliminazione. Non è così. È più facile abbattere un palazzo che lavorare sulle proprie resistenze psicologiche. Dobbiamo prima individuarle e poi possedere la volontà di eliminarle.

Il cerchio D è la fase della centratura allargata, l’innesto e l’applicazione perfetta di tutto quello che abbiamo appreso durante il viaggio. È l’espansione di tutto quello che conoscerete. Avrete la netta consapevolezza che il rapporto tra tecnica e gestione psicologica è del venticinque per cento per la prima e del cento per cento per la seconda. Quando iniziate il viaggio, questo rapporto è inverso, anzi, la gestione dell’emotività ha un valore pari a zero.  Man mano si va avanti il rapporto s’inverte.

In questo territorio bisogna saper accettare le perdite, che sono fisiologiche, e bisogna equilibrare il rapporto con il denaro: non essere troppo attaccati ma neanche troppo libertini. Bisogna dargli la giusta importanza, sono solo un mezzo per incrementare il nostro benessere. Il segreto è sempre l’equilibrio.

Lavoreremo per mantenere la disciplina sul metodo e sulle entrate con timing ottimale, secondo i nostri criteri di giudizio. Daremo valore all’esercitazione per fare esperienza di qualità, per crescere e ottenere uno stato di equilibrio superiore a quello che possediamo. Ci trasformeremo in ricercatori nell’intento di sviluppare al massimo le nostre performance.

La disciplina è una condizione mentale che va curata molto. Gli errori più gravi sono quelli compiuti a causa della nostra emotività; gli errori meno gravi sono dovuti alla mancanza di studio. In ogni caso, l’errore ci sarà sempre. Non penserete mica di riuscire a eliminarli del tutto? Neanche gli HFT ci riescono, immaginate l’umano. Errare umanum est, per dirla in latino.

Siamo arrivati alla fine e la domanda che sorge, a questo punto, è: come posso evitare il grosso degli errori? Il tempo, l’assimilazione e lo studio. Il tempo elimina il primo inganno perpetrato agli aspiranti: non si diventa trader in tre giorni, tre settimane o tre mesi. Ognuno di voi svilupperà e sperimenterà le proprie abitudini, secondo le personali inclinazioni, il tempo a disposizione e la propria emotività. In via generica, posso confermare che seguendo e applicando le indicazioni del manuale si eviteranno il 90% degli errori.

Personalmente, ho sempre usato gli appunti. Ogni errore e ogni nuova situazione cui vado incontro, in prima analisi li fisso nella mente, studiandoli, e poi li salvo in una carpetta con una piccola relazione. Mi domando: come avrei potuto evitarlo? E poi cerco la risposta. Prendere appunti serve tantissimo. L’atto dello scrivere è già esorcizzante di per sé, e ti consente di memorizzare.

È consigliabile classificare l’errore. Faccio un esempio:

  • Tipo di errore con osservazione: analisi sbagliata; emozionale o istintivo; distrazione.
  • Tipologia dell’errore: ciclico; frequente; nuovo.
  • Soluzione per tipo di errore.

In genere, organizzo delle schede molto sintetiche, capaci di dare una visione immediata di quello che ho sbagliato. Il trading è un’attività molto veloce e si rischia di stancarsi troppo ad annotare per molto tempo e con relazioni lunghe. Le descrizioni devono essere brevi e immediate.

Trading Bull Club

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