Indice FTSE MIB

Indice FTSE MIB italiano

L’indice FTSE MIB  (acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa) o Italy 40 è un indice che comprende, appunto, le 40 società con la maggiore capitalizzazione di mercato presenti nella Borsa Italiana, selezionate dai mercati MTA e MIV in funzione alla liquidità e capitalizzazione.

È stato costituito il 31 dicembre 1997 con una base stabilita in 24.401,54 punti, ma la sua storia inizia nel 1992 con la denominazione COMIT 30 (allora conteneva 30 società), fino al 1 giugno 2003. È il migliore indicatore delle performance del mercato azionario italiano. Un di riferimento a livello nazionale e internazionale.  

Dal 2003, fino al 31 maggio del 2009, era gestito da Standard & Poor’s, infatti si chiamava S&P/MIB. Dal 1º giugno 2009 FTSE Russell ha iniziato a gestire gli indici italiani lanciando la FTSE Italia Index Series. Oggi è pubblicato e gestito dalla London Stock Exchange Group, società madre della Borsa Italiana. Viene calcolato e diffuso durante la fase di negoziazione continua in tempo reale e alla chiusura della seduta borsistica (ore 09.00 – 17.30).  

Il FTSE MIB è conosciuto per il suo volume di affari e la sua rilevante volatilità che attraggono numerosi trader giornalieri che cercano di guadagnare profitti dai movimenti del prezzo a breve termine, specialmente nel day to day. L’indice è anche utilizzato come asset sottostante per una molteplicità di strumenti finanziari derivati.

Il FTSE MIB non tiene conto dello stacco di dividendi o di eventuali frutti periodici pagati dalle società che lo compongono, per quello esiste l’indice FTSE MIB Dividend. È un indice ponderato e pesa i propri componenti in base alla loro capitalizzazione di mercato, modificata da un fattore flottante. In base a tale principio, i componenti più rilevanti incidono per una percentuale più alta, mentre i più piccoli hanno un impatto minore. Nessuna azione può pesare più del 15% del paniere.

I componenti del FTSE MIB sono revisionati il lunedì successivo al terzo venerdì di marzo, giugno, settembre e dicembre dalla FTSE Italia Index Series Technical Committee.

Oltre al FTSE MIB, la FTSE Italia fornisce agli investitori un insieme di indici ponderati per la capitalizzazione che misurano l’andamento delle società italiane quotate sui mercati MTA e MIV di Borsa Italiana. Gli indici sono stati creati per essere usati come benchmarks e per la creazione di derivati, ETF, fondi passivi e prodotti strutturati. In un elenco possiamo distinguerli con il nome di:

FTSE Italia Mid Cap, FTSE Italia Small Cap, FTSE Italia All-Share, FTSE Italia All-Share Capped, FTSE Italia MIB Storico, FTSE MIB Banks 15% Capped, FTSE Italia STAR, FTSE Italia Brands, FTSE AIM Italia, FTSE Italia PIR PMI, FTSE Italia PIR Mid Small Cap, FTSE Italia PIR PMI All, FTSE Italia PIR All Cap.

L’indice FTSE MIB Dividend, invece, rappresenta il valore cumulato dei dividendi ordinari lordi annunciati e pagati dalle società componenti l’indice FTSE MIB ed espressi in punti indice.

Tutti gli interventi di rettifica,  rebalancing, reshuffle, su FTSE MIB si ribaltano di conseguenza sull’indice FTSE MIB dividend che include i medesimi constituents dell’indice FTSE MIB.

Fino al 2009 il listino FTSE MIB vedeva la presenza di numerose banche che storicamente erano la componente più rappresentativa dell’Indice. Dopo la crisi del 2008, il listino ha cercato di rigenerarsi per il vuoto lasciato dagli istituti di credito ma anche dalle telecomunicazioni.

In 10 anni la composizione è cambiata e 19 titoli storici, tra cui Banca MPS (che 10 anni fa valeva oltre 8 miliardi di euro e nel 2019, nonostante i vari aumenti di capitale, poco più di uno), non ne fanno più parte, compreso l’intero comparto media, allora rappresentato da Mediaset e Mondadori.

Le due uniche società presenti ininterrottamente nel listino principale di Piazza Affari, sin dal 1992 quando nacque il COMIT 30 ad oggi con il FTSE MIB, sono Generali e Mediobanca.

L’elenco completo della 40 società lo trovate cliccando su: listino ufficiale.

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