L’Italia spilla alla Sicilia la bellezza di 10 miliardi l’anno

Italia spilla alla Sicilia 10 miliardi

L’Italia spilla alla Sicilia la bellezza di 10 miliardi l’anno

La Regione Siciliana, nonostante le troppe leggende metropolitane, attinge per quasi il 70%, circa 11 miliardi e mezzo, da tributi raccolti in Sicilia, ai quali si aggiungono 600 milioni circa di entrate minori.

Il contributo “delle altre amministrazioni pubbliche”, cioè in massima parte dallo Stato, aggiunge meno di 4 miliardi e mezzo, cioè poco più di un quarto dell’intera spesa regionale. Poi però scopriamo che questa somma è di poco superiore ai tributi che le imprese non siciliane producono in Sicilia e che vengono riscosse altrove, che il nostro art. 37 garantirebbe alla Regione.

Il finanziamento dello Stato alla Sicilia è praticamente nullo! L’idea che la Sicilia sia campata dallo Stato una favola. E la Regione, con queste entrate fa fronte a tutto, compreso il sostegno ai comuni, quasi tutto a carico della Regione o delle tasse comunali.

Per contro lo Stato letteralmente “lascia” alla Regione questi 11 miliardi e mezzo, ma ne raccoglie in Sicilia più di 28, con un surplus spaventoso di circa 17 miliardi.

Tolte le pochissime cose che lo Stato ancora non ha accollato alla Regione (stipendi dei professori, polizia, giustizia, esercito,….) di fatto l’Italia spilla alla Sicilia la bellezza di 10 miliardi l’anno, non realizza in cambio nessuna infrastruttura, la disprezza ogni giorno a telecamere riunite e ora, con l’autonomia “differenziata” a favore delle Regioni del Nord, si appresta a ridurre ancora il gettito per le nostre scuole e la nostra sanità.

Le fonti? Conti pubblici territoriali e Rendiconto generale della Regione Siciliana, difficilmente oppugnabili. Le reazioni della comunità politica siciliana a questo furto? Praticamente impercettibili? Differenze tra vecchie e nuove maggioranze a Roma? Non pervenute.

Sullo sfruttamento e oltraggio della Sicilia sono sempre tutti miracolosamente d’accordo.

Massimo Costa

 

Massimo Costa è professore ordinario all’Università di Palermo di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche e responsabile della Scuola di formazione politica del movimento Siciliani Liberi.