Michael Steinhardt
Michael Steinhardt è un grosso investitore e filantropo americano che, al di fuori di Wall Street, pochi conoscono. È nato il 7 dicembre del 1940 a New York City, da una famiglia ebrea. Il padre, Sol Frank, era un giocatore d’azzardo compulsivo e aveva subito condanne per attività criminali, vendeva gioielli rubati.
Era molto amico dei boss Meyer Lansky, Vincent Alo (alias “Jimmy Blue Eyes” Alo) e Albert Anastasia. Era fuori a giocare con Anastasia, la notte prima di essere ucciso. Il suo alias era “Red McGee”.
Michael Steinhardt conseguì la sua laurea nel 1960, a soli 19 anni, presso la Wharton School della University of Pennsylvania. Il suo primo ingaggio lo ebbe con la Calvino Bullock e la società di brokeraggio Loeb, Rhoades & Co..
Nel 1967 fonda il suo hedge fund, lo Steinhardt Partners, insieme a William Salomon, aumentando costantemente il suo capitale e quello dei suoi clienti. I suoi investimenti preferiti erano in azioni, obbligazioni, opzioni long e short, valute. Il suo orizzonte temporale oscillava dai trenta minuti ai trenta giorni.
Il padre l’ha aiutato molto, è stato il suo primo cliente, gli passava buste piene di contanti da investire in borsa. All’inizio, i soldi del padre furono determinanti per far decollare la sua carriera, raccolse l’onorata cifra di duecentomila dollari.
Steinhardt, anche se non è uno dei trader più famosi al mondo, ha raggiunto un record nella principale piazza del mondo, che ancora oggi resta imbattuto: un rendimento annuo del 24,5% medio, più del doppio dell’S&P 500 nello stesso periodo.
Dopo decenni di successi, nei primi anni novanta, Steinhardt e la sua società sono stati indagati per un presunto tentativo di manipolazione del mercato dei Treasury Note a breve termine. Ha personalmente pagato il 75% di un’ammenda alla SEC, una cifra pari a 70 milioni di dollari.
Su quelle operazioni la sua società guadagnò 600 milioni di dollari. Nel suo libro No Bull: My Life in and out of Markets, pubblicato nel 2001, Michael Steinhardt scrisse di non aver fatto nulla di male, ma si limitò a risolvere il caso per “andare avanti”.
Lo Steinhardt Partners, nell’anno 1994, perde 1/3 del suo valore per la crisi del mercato obbligazionario. Un grande colpo per il capitale che era in suo possesso. L’anno seguente, nel 1995, decide di chiuderlo affermando:
Pensavo che ci fosse qualcosa di più virtuoso, più nobilitante da fare con la propria vita che arricchire i ricchi.
In quel periodo si limita a operare come un semplice trader indipendente. Nel 2004 torna a capo della WisdomTree Investments, un fondo con quasi 43 miliardi di dollari da gestire.
La rivista Forbes, in un suo articolo, ha pubblicato il totale del patrimonio netto di Steinhardt, pari a 1,1 miliardi di dollari nell’ottobre del 2018. Steinhardt è stato anche molto generoso. La Steinhardt School of Culture, Education and Human Development della New York University porta il suo nome come massimo riconoscimento per le due donazioni ricevute da dieci milioni di dollari.
La generosità di Steinhardt continua. Negli anni novanta acquistò e donò la Steeple Jason Island e la Grand Jason Island nelle Isole Falkland alla Wildlife Conservation Society (WCS), insieme a 425.000 dollari per una stazione di ricerca che porta ancora il suo nome e quello di sua moglie.
Secondo The Times, la sua fondazione ha contribuito con 127 milioni di dollari in varie cause di beneficenza dall’anno 2003.
Il suo nome appare nel giardino d’inverno Steinhardt, al Brooklyn Botanic Garden, nella galleria Steinhardt al Metropolitan Museum of Art e anche in un nuovo museo di storia naturale a Tel Aviv, Israele.
Nel 2008, è stato inserito nella Hall of Fame di Hedge Fund Manager di Institution Investors Alpha insieme a Alfred Jones , Bruce Kovner, David Swensen, George Soros, Jack Nash, James Simons , Julian Roberston, Kenneth Griffin, Leon Levy, Louis Bacon, Paul Tudor Jones, Seth Klarman e Steven A. Cohen.
Anche Steinhardt ha seguito delle regole fondamentali per la sua operatività e che consiglia a ogni investitore che vuole avere successo:
- Non avere paura dei tuoi errori nei primi anni di attività. Gli errori sono buone lezioni, all’inizio fanne più che puoi, senza rischiare. Sarà dura, ma ne farai meno dopo.
- Passa la vita a fare sempre qualcosa che ti piace.
- Essere intellettualmente competitivi. Assimilare più dati possibili per essere il primo a rilevare un cambiamento importante.
- Prendere delle buone decisioni, anche se si hanno delle informazioni incomplete.
- Fidarsi sempre dell’intuito, è supercomputer nascosto nella mente.
- Se si ha l’intenzione d’investire del denaro è meglio assicurarsi che la ricompensa sia abbastanza elevata da giustificare il tempo e lo sforzo che si mette nella decisione d’investimento. Non fare piccoli investimenti.
- Gestisci subito gli errori, anziché peggiorarli.
- Diffidare dalle formule standard, perché se sono corrette per un certo periodo, il loro successo svanirà con il tempo.
- Mantenere una posizione fintanto che i fondamenti sono corretti.
- Acquistare e vendere azioni significa competere con altre persone che hanno dedicato molto del loro tempo allo studio e all’analisi, quindi, devi essere migliore di loro.
- Trova il giusto equilibrio tra la convinzione di seguire le tue idee e la flessibilità di riconoscere quando hai commesso un errore.
- Comprendi l’equilibrio tra fiducia e umiltà, imparando attraverso una vasta esperienza e molti errori.
- Sii contrarian al momento giusto.
- Filtra le giuste opportunità combinando un acuto senso dei fondamenti e dei tempi di mercato.
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