Vix, l’indice della paura
L’indice VIX, CBOE Volatility Index, è stato creato da Robert E. Whaley della The Fuqua School of Business della Duke University (ora Owen School of Management presso la Vanderbilt University).
Il Chicago Board Options Exchange (CBOE), il più grande mercato al mondo di opzioni, nel 1992, gli commissionò una formula per calcolare la volatilità implicita del mercato azionario in base ai prezzi delle opzioni sull’indice S&P 500. Basandosi sulla sua formula e sui record storici dei prezzi delle opzioni degli indici CBOE, Whaley ha calcolato i livelli VIX giornalieri andando indietro fino al gennaio 1986.
Lo scopo dell’indice VIX è formulare un’aspettativa teorica della volatilità del mercato azionario nel prossimo futuro. L’attuale valore dell’indice VIX misura la variazione annuale prevista dell’indice S&P 500 nei trenta giorni successivi, come calcolato dalla teoria basata sulle opzioni e dai dati di mercato delle opzioni correnti.
In breve, il VIX è la radice quadrata dell’aspettativa neutrale al rischio della varianza dell’S&P 500 nei prossimi trenta giorni di calendario ed è quotata come deviazione standard annualizzata.
Il 26 marzo 2004 è iniziata la negoziazione di future sul VIX, sul CBOE Futures Exchange (CFE), e il 24 febbraio 2006 è diventato possibile negoziare anche opzioni.
Il VIX è stato comunemente battezzato “l’indice della paura”, ma dobbiamo sottolineare che un valore elevato non è necessariamente ribassista per gli strumenti. L’indice VIX è una misura della volatilità percepita dal mercato in entrambe le direzioni, anche al rialzo.
Il soprannome “indice della paura” risulta estremamente corretto, in quanto, al manifestarsi della prospettiva di una forte volatilità, gli investitori “scappano” letteralmente dai mercati azionari per ripiegare su asset caratterizzati da minore rischiosità.
In termini pratici, quando gli investitori anticipano una grande volatilità al rialzo, non sono disposti a vendere opzioni call, a meno che non ricevano un grande premio. I compratori di opzioni sono disposti a pagare premi così alti solo se anticipano in modo simile una grande mossa al rialzo.
La lettura di un dato elevato dell’indice VIX indica che gli investitori percepiscono un rischio notevole e che il mercato si muoverà bruscamente, o al ribasso o al rialzo. Tanto più alto è il valore del VIX, maggiore sarà la percezione del rischio presente sul mercato.
L’indice VIX registra valori alti quando gli investitori anticipano le mosse del mercato, proprio perché sono possibili direzionalità brusche in entrambe le direzioni. Il VIX sarà basso, invece, solo quando gli investitori non percepiscono né un rilevante rischio di ribasso né un potenziale e indicativo scatto al rialzo.
Gli operatori e gli analisti finanziari osservano l’indice VIX monitorando con particolare attenzione la zona di valore dei 25-30 punti. Questa è tradizionalmente una zona limite che distingue una condizione di bassa volatilità (ottimismo sui mercati) da un possibile presupposto di alta volatilità (tensione sui mercati), il quale è generalmente associato a un ribasso dei mercati azionari.
In buona sostanza, per descrivere l’operatività durante i periodi di grande incertezza e la paura di un forte calo del livello dei prezzi, possiamo dire che stimola la domanda di opzioni put, essenziali per coprirsi da eventuali crolli di prezzo. In queste fasi registriamo un aumento della loro volatilità implicita e dunque del valore dell’indice VIX.
Al contrario, durante i periodi di mercato rialzista, vige più fiducia tra gli operatori finanziari, i quali non hanno necessità di coprirsi da un eventuale crollo del prezzo. In queste condizioni, troveremo generalmente il VIX a flattare su livelli inferiori a 20.
Per stilare uno schema di valore possiamo affermare che:
- Pari o inferiore a 20 indica una situazione prevalentemente rialzista.
- Superiore a 20, ma entro il range di 30-35, indica uno scenario teso ma non necessariamente ribassista.
- Superiore a 30-35 indica una pericolosa volatilità con notevole effetto ribassista.
Un aumento della volatilità del Vix genera un ribasso dell’S&P500. La loro correlazione statisticamente è molto negativa.
Il VIX a Wall Street è anche molto utilizzato come strumento di protezione: i trader vanno lungo sulle azioni coprendosi comprando VIX e indici simili; se il mercato azionario scende, recuperano le perdite sul rialzo dell’indice della paura.
Su questo strumento così importante e indicativo, esiste l’ipotesi, non dimostrata, che trader di un certo tipo si mettano d’accordo per orientare i prezzi delle opzioni in modo da determinare movimenti anomali nell’indice.
Due esperti dell’Università del Texas, nel 2017, avevano notato rilevanti movimenti di prezzo proprio in corrispondenza al periodo di applicazione del regolamento del VIX ed esattamente al quarto mercoledì di ogni mese.
In pratica, lo spettro della manipolazione, come per il Libor e altri indicatori di riferimento, esiste anche per il VIX.
Il 5 febbraio del 2018, il Vix ha messo a segno un violento e brusco movimento, che non avveniva da venticinque anni. L’indice Vix, più che misurare la paura, questa volta ha provocato lui stesso vero e proprio sgomento.
Dopo brusche impennate e repentine oscillazioni, costate agli investitori milioni di dollari di perdite, le operazioni effettuate da tutti i trader sulle opzioni sull’indice Standard & Poor’s 500 sono state poste sotto la lente, con il sospetto che potevano essere state eseguite ad arte per influenzare in modo scorretto i prezzi dei future sul Vix.
Non è facile dimostrare una manipolazione sui mercati finanziari, ma gli addetti ai lavori sanno che avvengono costantemente.
In quell’occasione, il CBOE, interessato a proteggere la propria reputazione, dichiarò che avrebbe coinvolto il suo provider di servizi per la compliance, FINRA, con l’obiettivo di sviluppare tecniche di machine learning capaci di stabilire e rilevare con precisione le anomalie del sistema nelle condizioni di mercato nel periodo di applicazione del regolamento mensile del VIX.
Il Cboe ha già iniziato a utilizzare il nuovo sistema basato sull’intelligenza artificiale, ma non si è mai saputo se abbia rilevato anomalie. In ogni caso già il semplice sospetto di manipolazioni genera i suoi danni.
Il Vix è sempre stato al centro di numerose strategie d’investimento costruite su generalmente solide scommesse ribassiste sulla volatilità. Una dozzina di operatori interpellati a quel tempo dal Wall Street Journal ha confermato che le manipolazioni del Vix sono tecnicamente fattibili.
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