Benjamin Graham

Benjamin Graham

Benjamin Graham

Nasce a Londra nel 1894 con il nome di Benjamin Grossbaum da genitori ebrei, Isaac M. Grossbaum e Dorothy Gerad. La famiglia si trasferì a New York, quando lui aveva appena un anno, per avviare un’attività di import-export.

Nel 1903 perse il padre sua madre Dorothy dovette crescere da sola i tre figli: Benjamin, Leon e Victor; come se non bastasse. Non ebbe vita molto facile, anche perché, nel 1907, la Bank Panic la derubò dei suoi risparmi, lasciando la famiglia in gravi difficoltà economiche.

Era un brillante studente e cominciò a lavorare a Wall Street come commesso per la società di brokeraggio Newburger, Henderson & Loeb. Affiggeva obbligazioni e quotazioni su una lavagna per 12 $ alla settimana.

 Grazie al suo carattere sveglio, egli riuscì ben presto a conquistare la fiducia dei titolari e fu promosso alla stesura dei rapporti.

All’età di 25 anni, nel 1919, Benjamin guadagnava già 600.000 $ l’anno, che equivalgono a circa 9 milioni di dollari del 2018. Il suo impegno gli consentì di scalare la gerarchia aziendale fino a diventare socio dello studio.

Ben posizionato e autorevole, decise di cambiare il suo cognome da Grossbaum a Graham, per adattarsi all’ambiente di Wall Street. Benjamin Graham.

All’età di 32 anni, anno 1926, Graham fondò insieme a Jerome Newman la Graham-Newman Partnership, la società che circa 30 anni più tardi avrebbe assunto il suo allievo più prestigioso: Warren Buffett.

È stata una collaborazione rivoluzionaria poiché hanno adottato alcune strategie particolari e studiate, che non solo hanno salvaguardato gli investimenti dei loro clienti, ma hanno anche permesso loro di fornire un rendimento del 670% per un periodo di dieci anni.

La società registrava risultati e performance che oscillavano dal 38 al 65 per cento annui. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto. Dopo il crollo della Borsa di Wall Street, nel 1929, la Graham-Newman Partnership perse gran parte del proprio patrimonio.

Riuscì a rimanere a galla, nonostante tutto. Erano gli anni della Grande Depressione e con meticolosità  riuscì a recuperare i propri asset. L’esperienza si rivelò fondamentale per Graham e cambiò atteggiamento.

Da quel momento, fino al 1956 la società non subì più alcuna perdita, godendo anzi di un rendimento medio annuo del 17%. Inferiore ai grandi numeri, ma costante e con più sicurezza.

Divenne maestro, mentore e ispiratore di Warren Buffet e diede vita  all’uso dei princìpi di analisi e di valore di investimento fondamentali utilizzati ancora oggi dai molti gestori di fondi.

Nel 1928, entrò a far parte della Columbia Business School della Columbia University come membro della facoltà, carica che mantenne fino al 1955.

Warren Edward Buffet, nel 1949, il diciannovenne aspirante magnete aziendale e investitore, si iscrisse alla Columbia University solo per studiare con lui.

Dopo la laurea, nel 1951, Buffet si avvicinò di molto a Graham per chiedergli un lavoro nella sua azienda. Aveva un enorme rispetto per Graham che era disposto a lavorare senza stipendio.

Graham faceva uno studio accurato delle azioni e consigliava l’acquisto di quelle negoziate al di sotto del loro valore storico e del valore contabile. Prediligeva le aziende con forti vendite, dato che dal suo punto di fanno correre meno rischi.

Benjamin Graham è stato uno degli esponenti più importanti dell’analisi fondamentale, partendo dallo studio dei dati di bilancio di una azienda per capire se è il caso di inserire i suoi titoli nel proprio portafoglio.
When in Doubt, Stay Out (quando non sei sicuro stai fuori) è una delle massime che utilizzava sempre.

Benjamin Graham è considerato il padre indiscusso del value investing, cioè la filosofia di investimento che considera i dati fondamentali dei titoli. Esprime il suo pensiero e le sue strategie di investimento  su The Intelligent Investor e Security Analysis, considerati la base dei dati fondamentali.

Le 7 regole d’oro descritte su The Intelligent Investor

Benjamin Graham stabilisce le 7 regole base, dalle quali non bisogna mai allontanarsi nella scelta dei titoli azionari. Teniamo presente che siamo negli anni ’70 e sulla Borsa di New York. La strategia è tipicamente quella dell’investitore difensivo per stabilire dei parametri di sicurezza.

1. Dimensione dell’azienda

Il fatturato è l’elemento chiave da guardare: sopra i 100 milioni di dollari per le aziende industriali, sopra i 50 milioni per le utility. L’idea è quella di fissare una soglia da rispettare per escludere quelle aziende di minori dimensioni perché potrebbero essere soggette a volatilità estrema e non capaci di sopportare un mercato turbolento. Per cui non c’è motivo di inserire nel portafoglio dell’investitore difensivo tale tipologia di aziende.

2. Parametri della situazione finanziaria solidi

Il rapporto debiti / capitale proprio deve essere inferiore a 0,5, e cioè Il totale degli assets deve essere almeno il doppio dell’indebitamento.

3. Stabilità dei guadagni

L’azienda deve mostrare una continuità di guadagni negli ultimi 10 anni.

4. Dividendi

Un’azienda che paga i suoi dividendi da almeno 20 anni. È un parametro per evitare le aziende che non hanno storia sul pagamento dei dividendi.

5. Crescita degli utili

Gli utili devono crescere di almeno un terzo per azione negli ultimi 10 anni. La media viene misurata a tre anni.

6. Rapporto prezzo/utili

Il prezzo dell’azione non deve essere superiore a 15 volte l’utile, considerando gli ultimi tre anni. Il consiglio di base per l’intero portafoglio è di avere un rapporto complessivo di utili/prezzo, l’inverso del p/e, migliore del tasso corrente dei bond a lungo periodo ad alto rating (Graham include l’esempio p/e 13,3 = bond al 7,5%).

7. Rapporto del prezzo sugli assets

Il prezzo corrente non deve essere superiore a 1,5 volte il valore di libro (rapporto prezzo/capitale proprio).

Benjamin Graham è ricordato per i suoi due libri: Security Analysis e The Intelligent Investor. Distingueva sempre e chiaramente quello che era investimento e quello che era speculazione.

Aveva due figli: Newton, che morì di meningite alla spina dorsale all’età di otto anni, e Newton II, che prestò servizio nell’esercito degli Stati Uniti.

Nel 1954, il suo secondo figlio Newton II, mentre era in servizio in Francia, si suicidò. Quando ricevette la notizia, Graham si recò in Francia, Aix-en-Provence, per prendere accordi per gli ultimi riti.

Incontrò  Marie Louise Amigues, che sebbene venti anni più grande, era la compagna di Newton. Alla fine Graham e Amigues svilupparono una relazione e cominciarono a stare più tempo insieme.

Nel 1965, propose alla moglie Estelle che sarebbe rimasto in California per sei mesi insieme a lei e gli altri sei mesi con Amigues in Francia. Quando Estelle rifiutò l’offerta lasciò casa e si trasferi definitivamente in Francia. Il 21 settembre 1976, Graham morì ad Aix-en-Provence all’età di 82 anni.

Il leggendario investitore Warren Buffet nominò suo figlio maggiore Howard Graham Buffet, come omaggio al suo insegnante, Benjamin Graham.

Citazioni

Il vero investimento è più un pericolo da difendere che una fonte di profitto.

Le persone di Wall Street non imparano nulla e dimenticano tutto.

Il singolo investitore dovrebbe agire in modo coerente da investitore e non come speculatore. Questo significa che dovrebbe essere in grado di giustificare ogni acquisto che fa e ogni prezzo che paga con un ragionamento impersonale e oggettivo che lo soddisfa.

Raggiungere risultati di investimento soddisfacenti è più semplice di quanto la maggior parte delle persone realizzi; ottenere risultati superiori è più difficile di quanto sembri.

La maggior parte delle volte i titoli sono soggetti a fluttuazioni irrazionali ed eccessive dei prezzi in entrambe le direzioni come conseguenza della tendenza radicata nella maggior parte delle persone a speculare o a giocare d’azzardo, per dare spazio alla speranza, alla paura e all’avidità.

Persino l’investitore intelligente avrà probabilmente bisogno di una notevole forza di volontà per evitare di seguire la folla.

È assurdo pensare che il pubblico generale non possa fare soldi con le previsioni del mercato.

Un tipico investitore ha un grande vantaggio rispetto alle grandi istituzioni.

L’esperienza passata sembra avere grande valore e validità quando si considera il mercato azionario. Le buone regole di una volta sembrano buone ancora oggi. È possibile, naturalmente, che la continuità di comportamento del mercato un giorno cesserà, forse domani, e l’esperienza passata si dimostrerà un ostacolo per capire le nuove condizioni, come sembrava un ostacolo per molti mesi nel 1927-29. Ma non è parte di un comportamento intelligente correre il piccolo rischio di sbagliare seguendo i buoni principi di una volta, piuttosto che correre il ben più grande rischio ignorando l’esperienza passata?

Per avere reali speranze di successo l’investitore che si cala nell’arena del mercato azionario deve dotarsi di un armamentario mentale che lo distingua come tipo, e non in un immaginario grado superiore, dal pubblico di operatori del mercato. Un’arma mentale può essere l’indifferenza alle fluttuazioni del mercato; tale investitore acquista con prudenza quando ha fondi disponibili, e poi lascia che i prezzi si aggiustino da soli. Ma se l’investitore intende acquistare e vendere spesso, le sue armi saranno un’impalcatura mentale e dei principi d’azione totalmente diversi da quelli dei trader e speculatori. Dovrà occuparsi del valore, e non dei movimenti di prezzo. Dovrà essere relativamente immune all’ottimismo come al pessimismo, e impermeabile alle previsioni economiche e del mercato. In una parola, dovrà essere psicologicamente preparato ad essere un vero investitore, e non uno speculatore mascherato da investitore. Se riuscirà a fare tutto questo, entrerà a far parte di un gruppo specializzato e fortemente disciplinato, uscendo dal pubblico di operatori del mercato.

Sostanzialmente le fluttuazioni del prezzo hanno un solo significato per il vero investitore. Gli forniscono l’opportunità di acquistare con giudizio quando i prezzi diminuiscono drasticamente, e di vendere saggiamente quando essi avanzano molto. Negli altri periodi sarebbe meglio che si dimenticasse del mercato e prestasse attenzione ai dividendi e ai risultati operativi delle proprie aziende.

Il vero investitore non ha mai, o quasi, la necessità di vendere le proprie azioni, e può ignorare le quotazioni di mercato. Deve considerarle, ed agire a causa di esse, solo nella misura in cui egli lo desideri. Quindi l’investitore che si preoccupa o che fugge in preda al panico a causa del declino del mercato sta trasformando perversamente un suo basilare vantaggio in uno svantaggio. Sarebbe meglio che le sue azioni non avessero alcuna quotazione di mercato, perché così gli sarebbe risparmiato il tormento mentale causatogli dall’errore di giudizio di altri.

I veri guadagni negli investimenti dovranno provenire, come è avvenuto nel passato, non dal comprare e vendere ma dal possedere e mantenere titoli, ricevendo interessi e dividendi, e beneficiando dell’aumento di valore nel lungo periodo. Quindi le maggiori energie e capacità degli azionisti-investitori dovrebbero essere dirette ad assicurarsi i migliori risultati operativi dalle loro aziende. Questo significa assicurarsi di avere management completamente onesti e competenti.

Quasi tutti coloro interessati in azioni ordinarie vogliono sentirsi dire da qualcun altro cosa farà il mercato. Visto che la domanda è presente, ci sarà anche l’offerta.

L’autentico investitore in azioni ordinarie non ha bisogno di grandi quantità di cervello e conoscenza, ma piuttosto di qualità caratteriali fuori dal comune.

L’investitore non sbaglierebbe di molto se il suo motto fosse semplicemente:  Mai acquistare un’azione dopo un sostanziale rialzo, o vendere dopo un sostanziale ribasso.

Trading Bull Club