Il sospetto della manipolazione del Vix

Il sospetto della manipolazione del Vix

Il sospetto della manipolazione del Vix

È letteralmente scattata un’indagine sul sospetto di manipolazione del Vix, l’indice della volatilità e della paura di Wall Street. Le autorità americane sono al lavoro per accertare anomalie in riferimento alle operazioni sulle opzioni call e put dello scorso 5 febbraio 2018.

La FINRA, Financial Industry Regulation Authority, sta esaminando se le scommesse dei trader sulle opzioni dello S&P 500 hanno influenzato i prezzi dei future sul Vix.

Questa volta, il Vix, più che misurare la paura, ha provocato un vero e proprio terremoto nel profondo dei cuori, generando dolore e perdite. L’indicatore è al centro di manipolazioni e disonestà.

Lo Zuckerman Law, uno studio legale di Washington, in rappresentanza di un suo cliente, ha inviato una lettera a tutte le autorità di regolamentazione dei mercati, Sec e Cftc, pretendendo chiarimenti su potenziali illegalità. Le vittime della brusca oscillazione hanno perso capitali per centinaia di milioni di dollari.

L’ufficio stima che la manipolazione del mercato abbia generato miliardi di dollari di profitti, sottratti a investitori istituzionali e retail e rastrellati da immorali market maker del mercato elettronico delle opzioni.

Su questo strumento così importante e indicativo, esiste l’ipotesi, non dimostrata, che trader di un certo tipo si mettano d’accordo per orientare i prezzi delle opzioni in modo da determinare movimenti anomali nell’indice.

Due esperti dell’Università del Texas, nel 2017, avevano notato rilevanti movimenti di prezzo proprio in corrispondenza al periodo di applicazione del regolamento del VIX ed esattamente al quarto mercoledì di ogni mese.

In pratica, lo spettro della manipolazione, come per il Libor e altri indicatori di riferimento, esiste anche per il VIX.

Il 5 febbraio del 2018, il Vix ha messo a segno un violento e brusco movimento, che non avveniva da venticinque anni. L’indice Vix, più che misurare la paura, questa volta ha provocato lui stesso vero e proprio sgomento.

Dopo brusche impennate e repentine oscillazioni, costate agli investitori milioni di dollari di perdite, le operazioni effettuate da tutti i trader sulle opzioni sull’indice Standard & Poor’s 500 sono state poste sotto la lente, con il sospetto che potevano essere state eseguite ad arte per influenzare in modo scorretto i prezzi dei future sul Vix.

Non è facile dimostrare una manipolazione sui mercati finanziari, ma gli addetti ai lavori sanno che avvengono costantemente. Richiede chiare prove che individui o società sono in grado di muovere i mercati e l’hanno fatto intenzionalmente.

Nella pratica potrebbe avvenire così: chi volesse alterare i prezzi di future e opzioni Vix, cercherebbe d’intervenire in un periodo particolare dove viene applicato il regolamento Vix: ogni mese il quarto mercoledì.

Secondo lo studio legale Zuckerman, il suo cliente avrebbe dimostrato che alcune Agenzie Finanziarie, attraverso con algoritmi intelligenti, riescono a far muovere il Vix semplicemente inserendo quotazioni sulle opzioni dell’S&P 500 senza doversi impegnare materialmente in alcuna operazione con impiego di alcun capitale.

Il CBOE, interessato a proteggere la propria reputazione, dichiara che avrebbe coinvolto il suo provider di servizi per la compliance, FINRA, con l’obiettivo di sviluppare tecniche di machine learning capaci di stabilire e rilevare con precisione le anomalie del sistema nelle condizioni di mercato nel periodo di applicazione del regolamento mensile del VIX.

Il Vix è sempre stato al centro di numerose strategie d’investimento costruite su generalmente solide scommesse ribassiste sulla volatilità. Una dozzina di operatori interpellati a quel tempo dal Wall Street Journal ha confermato che le manipolazioni del Vix sono tecnicamente fattibili.

La speculazione è stata duplice: la prima al rialzo per la potenziale manipolazione; la seconda è rappresentata dalla possibilità di shortare a quei livelli di massima espressione, trampolino su cui salgono tutti, grossi investitori e anche retail.

L’impennata che si vide nell’agosto 2015 (45%, meno della metà di quello di ieri) costrinse molti a comprare 37 miliardi di dollari di future VIX per coprire le loro scommesse.

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