Richard Dennis

Richard Dennis

Richard Dennis 

Richard Dennis è nato il 9 gennaio 1949 a Chicago, in Illinois. Si è laureato in filosofia alla DePaul University, accettando poi una borsa di studio per la specializzazione in filosofia all’Università di Tulane. Era molto preso dai filosofi britannici, David Hume e John Locke, che avevano un modo relativamente semplice di vedere il mondo: dimostralo per me era la loro prospettiva di base.

L’adolescente Dennis era introverso e indossava occhiali spessi e pantaloni di poliestere. Fece la sua prima operazione di trading mentre frequentava la St. Laurence Prep School di Chicago. Comprò dieci azioni di una società a $ 3. La compagnia fallì e perdette. A quell’età giocava molto a poker, era un talento naturale, comprendendo intuitivamente il grande ruolo della probabilità.

Il suo insegnante, James Sherman, ha dichiarato:

se qualcuno avesse detto, allora, che Richard Dennis sarebbe diventato un uomo molto ricco, come trader di materie prime, probabilmente non ci avrei creduto. Personalmente pensavo che Dennis sarebbe finito per strada, stando di fronte al fuoco, con un maglione e una pipa, a guardare il cosmo.

La sua famiglia non era agiata. Suo padre odiava i mercati e lui spiegava:

mio nonno aveva perso tutti i suoi soldi sul mercato azionario ai tempi della Depressione. La voglia di speculare nella mia famiglia ha saltato una generazione, quella di mio padre.

Sapeva bene però, che la visione di suo padre non era la sua:

non si può avere un atteggiamento standard sui soldi e avere successo in questo business. Cosa intendo con questo? Vi faccio un esempio: mio ​​padre ha lavorato per la città di Chicago per 30 anni, e qualche volta ha dovuto spalare anche carbone. Quindi, immagina di venire dal suo mondo di lavoro, dal suo schema di riferimento, e pensa di perdere 50 dollari in pochi secondi facendo trading sulle materie prime. Per lui, 50 dollari significano altre otto ore a spalare carbone. Questa è la sua attitudine standard per il denaro, non potrebbe avere un’altra visione.

Le sue abilità di trader gli hanno fatto guadagnare fin da subito l’appellativo di Prince of the Pit, ovvero Principe della Platea. Cominciò a fare trading fin da giovanissimo, aveva 17 anni, con la MidAmerica Commodity Exchange, utilizzando i mini contratti.

Non essendo maggiorenne, lo sogli era di ventuno anni allora, non poteva esercitare l’attività di trading e per aggirare l’ostacolo ha assunto suo padre, che operava in platea per suo conto. Nessuno avrebbe immaginato che quel ragazzo sarebbe divenu­to una vera e propria leggenda del trading. Possedeva un’abilità di gestione fuori dal comune.

Nel 1970, Dennis acquistò una seat (sedia) al MidAmerica Commodity Exchange per poter operare direttamente e per conto proprio alle grida. Il posto gli costò la straordinaria cifra di 1.200 dollari. Lui ne possedeva 1600. Il suo capitale da investire si assottigliò a soli 400 dollari.

Il fatto non lo scoraggiò. Dennis sapeva benissimo della possibilità che c’era e di poter moltiplicare la sua somma capitalizzando i suoi guadagni. Era necessario un piccolo sacrificio iniziale: non prelevare i profitti. Iniziò da quel piccolo capitale che diventarono 200 milioni di dollari nell’arco di vent’anni. Una ricarica di utili a dir poco eccezionale.

Nel 1973, aveva già capitalizzato oltre $ 100.000. Guadagnò $ 500.000 tradando di semi di soia nel 1974, entrando ufficialmente nel club dei milionari, poco più che ventiseienne. Queste le sue dichiarazioni:

Sono stato prudente, all’inizio, quando capivo che pochi errori avreb­bero dilapidato il mio modesto capitale, che allora consisteva in non più di 400 dollari; questo mi ha aiutato a rimediare agli er­rori che allora sicuramente commisi e di non ritrovarmi senza un dollaro in tasca; in seguito riuscii a sfruttare il forte rialzo del grano del 1970, portando il mio capitale a 2000 dollari, quello che mi permise l’iniziale successo fu l’aver compreso sin dal “primo momento che era essenziale operare seguendo la tenden­za dei prezzi, una regola che ho poi seguito per sempre.

In occasione di una perdita che lo segnò molto, all’inizio della sua carriera:

In termini assoluti non fu certo una perdita importante, ma rispetto al ca­pitale di 3000 dollari di cui disponevo era certamente importan­te. La perdita iniziale fu di 300 dollari, già di per sé rilevante, che divenne sempre più grande per via di una serie di molteplici errori. Una volta chiusa la prima operazione in perdita, decisi infatti di ribaltarla completamente, con il risultato di perdere altri 300 dollari. Infine, non contento, ribaltai ancora la posizione chiu­dendo la giornata con una perdita complessiva di quasi 1000 dol­lari, ovvero di un terzo del mio capitale.

Da allora ho capito che, quando le cose girano storte, la cosa migliore da farsi è andare a casa a riposare, senza preoccuparsi troppo.

Il 1986 è stato un anno straordinario per Richard Dennis, ha guadagnato $ 80 milioni di dollari (circa $ 147 milioni nel 2007). Una somma che lo ha messo al centro dell’attenzione di Wall Street, al fianco di George Soros, che primeggiava con i suoi $ 100 milioni, e poi il re dei bond spazzatura Michael Milken di Drexel Burnham Lambert, che stava recuperando $ 80 milioni.

Quei profitti arrivarono dopo che la sua operazione aveva subito un ritraccio negativo di $ 10 milioni di dollari in un solo giorno, prima di rimbalzare. Subì qualcosa di paragonabile a una corsa sulle montagne russe che avrebbe fatto perdere il sonno ai comuni mortali. Eppure, Richard Dennis aveva dichiarato di aver dormito come un bambino durante il periodo che comprendeva quella enorme volatilità.

Per fare soldi sul mercato, Il suo stile era quello della corsa dei mammut e su molti piccoli strikeout. Il suo primo segreto era la consapevolezza di sapere che doveva essere in grado di accettare le perdite, sia psicologicamente che fisiologicamente.

Specializzatosi molto sulle materie prime, contrariamente alla stragrande maggioranza dei trader che approfittano dei supporti, scalpando le contrattazioni solo durante il giorno di negoziazione, Dennis ha sempre ricoperto posizioni per lunghi periodi, superando le fluttuazioni a breve termine e mantenendosi nel medio termine.

Con­trariamente a quanto poterono fare altri trader, che uscivano e rientravano sul mercato troppo di frequente, accontentandosi di realizzare guadagni marginali. Sembrava quasi che i guadagni gli pesassero nelle tasche… gli mancava il coraggio di restare in posi­zione per il semplice fatto che i prezzi continuavano a salire e le contrattazioni erano spesso interrotte per eccesso di rialzo. La mia fortuna fu di aver capito che le probabilità sono sempre a tuo favore quando entri in una fase di prezzi nettamente crescenti.

È un trader che ha spesso piramidato le sue posizioni. Verso la fine degli anni ’70 acquistò una seat al più costoso Board of Trade di Chicago e aprì un ufficio al piano superiore per operare su più mercati.

La sua carriera e i suoi risultati hanno mostrato capacità al di là del normale, ma non è rimasto esente da perdite importanti. È famoso per aver vissuto alcune delle più spaventose perdite registrate nella storia dei grandi trader.

Il crollo del mercato azionario del Black Monday, del 1987, gli avrebbe generato una perdita di 10 milioni di dollari. La somma, nella primavera del 1988, sarebbe arrivata a un totale di 50 milioni di dollari. I suoi clienti subirono pesanti perdite, secondo quanto riferito.

Nel 1990, la sua società ha risolto alcuni dei rapporti con gli investitori, per il mancato rispetto delle sue stesse regole, per un totale di $ 2,5 milioni. Ha continuato a gestire i fondi per qualche tempo, a metà e alla fine degli anni ’90, chiudendo queste operazioni dopo le perdite nell’estate del 2000.

Un famoso quotidiano dopo la sua ultima intervista rilasciata pubblicamente così scrisse:

Il fatto più sorprendente consiste nell’incredibile mancanza di reazioni negative da parte di Dennis in momenti così negativi. Dennis riesce a mantenere intatta la fiducia in se stesso e nei suoi principi fondamentali di gestione.

Una delle sue dichiarazioni sulla fortuna:

Sul lungo termine la fortuna conta meno di zero! La confusione semmai nasce da un’analisi fatta sul breve pe­riodo, ovvero giudicando i risultati ottenuti in meno di un anno di tempo. In quel caso, la fortuna può costituire un elemento de­terminante

E ancora:

Bisogna essere in grado di riconoscere una posizione perdente quando lo è veramente.

Ho notato che nella maggior parte dei casi si ha una perdita se dopo una o due settimane si è ancora sotto il prezzo d’acqui­sto; anche quando i prezzi non si distaccano dal livello di entrata, nonostante il passare del tempo, è meglio chiudere la posizione.

Dennis è chiaramente un trader che opera seguendo la tendenza

L’unica cosa che cerco è una tendenza definita, e la riconosco solo quando questa è chiaramente già iniziata; non credo vi siano regole particolari da seguire, se non quella di es­sere costanti nella propria operatività.

In nessun caso viene meno alle regole che si autoimpose all’inizio della sua carriera. Emerge da tutte le sue dichiarazioni. In ogni caso ne hanno decretato il succes­so professionale.

Richard Dennis non si è fatto mancare proprio nulla. È stato accusato da molti per essere l’artefice di grandi crolli bor­sistici, a proposito del suo program trading.

Chi fa accuse del genere dovrebbe vergognarsi di se stes­so! Dovrebbero essere sufficientemente preparati per capire a fondo il meccanismo del program trading, che non permette di muovere sistematicamente i prezzi. L’unica cosa che può fare è stimolarne il movimento, creando però l’opportunità di entra­ta per altri investitori. Se però il mercato crolla, è solamente per­ché non esistono compratori.

Richard Dennis credeva che il trading di successo potesse essere insegnato. Talmente credeva in questo presupposto che nel dicembre 1983 reclutò e addestrò 21 uomini e due donne. Li divise in due gruppi, uno dal dicembre 1983 e l’altro dal dicembre 1984. Li chiamò Tartarughe.

Il suo addestramento durava solo due settimane, basato su un semplice sistema di trend-following. Il metodo imponeva di scambiare su una lista di materie prime, valute e mercati obbligazionari, acquistando quando i prezzi aumentavano al di sopra del loro prezzo di equilibrio più recente, e vendendo quando scendevano al di sotto del loro prezzo di equilibrio più recente.

È stato insegnato loro a ridurre le dimensioni della posizione durante i periodi di perdita e a piramidare in modo aggressivo fino a un terzo o la metà dell’esposizione totale. Facevano in modo che l’esposizione del capitale fosse solo del 24%.

Craig e Gary Lacrosse, Ira Shyman, John Grace, Wayne Elliott, Robert Tallian e David Ware sono tutti trader di Chicago che hanno imparato da Dennis. Anche se non sono nomi molto familiari, hanno avuto un enorme successo, in parte dovuto alla generosità del giovane Dennis che non ha avuto alcuna esitazione nel condividere le sue capacità.

Nel gennaio 1984, dopo che il periodo di formazione di due settimane fu terminato, Dennis diede a ciascuna delle Tartarughe un conto di trading e li fece operare al mercato con il sistema che gli era stato insegnato.

Gli diede un periodo di prova di un mese, permettendogli di negoziare un massimo di 12 contratti per mercato. Alla fine del periodo di prova, i conti che aveva affidato di 250.000 dollari per ognuno, furono incrementati fino alla media di 2 milioni di dollari ciascuno. Il suo esperimento duro cinque anni, e quando raggiunse la fine, le sue Tartarughe avrebbero registrato un profitto complessivo di 175 milioni di dollari.

Quello che cerco in un aspirante gestore non è solo l’intelligenza quanto l’attitudine a seguire le regole. Sono convinto che chiunque operi in borsa possa preparare un sistema di gestione che all’ottanta percento funziona, ma solo pochissimi riusciranno a seguirlo alla lettera.

Il sistema esatto, insegnato alle Tartarughe da Dennis, è stato sottoposto a test di profitto per verificarne le prestazioni negli ultimi anni. Il risultato di tale back-test mostra un drastico calo delle prestazioni dopo gli anni che seguono il 1986, e una prestazione del tutto piatta negli anni che vanno dal 1996 al 2009.

La filosofia di fondo di Dennis si racchiudeva in concetti semplici:

  • evitare posizioni troppo onerose;
  • non farsi confondere dalle fluttuazioni quotidiane;
  • focalizzarsi sul sistema di gestione e non sul risultato di una singola operazione.

Dennis si ritirò dai mercati dopo un anno di perdite molto sostanziose, che non lo intaccarono in gran misura considerato il suo ingente patrimonio, per assecondare il suo desiderio di entrare in politica.

La personalità di Richard Dennis è stata descritta in diversi modi da quelli che lo conoscevano: Dennis, il leggendario trader di supporti; Dennis, il guru del trading; Dennis, trader della banca d’investimenti Drexel Burnham; Dennis il filantropo; Dennis l’attivista politico; Dennis, leader indiscusso. Era un uomo difficile da stereotipare, e a lui piaceva così.

L”unico appellativo che lo offendeva era quando lo definivano Dennis the gambler. Era l’unica etichetta che gli dava enormemente fastidio, perché non si considerava affatto un giocatore d’azzardo, nel senso di Las Vegas per intenderci.

Oggi Richard Dennis è ricordato come una vera leggenda, capace d’impegnarsi in forti posizioni sui minimi assoluti e capace di saper vendere allo scoperto sui massimi.

Non penso che le strategie di trading siano vulnerabili a non funzionare se la gente ne è a conoscenza, come la maggior parte degli operatori ritiene. Se quello che stai facendo è giusto, funzionerà anche se le persone hanno un’idea generale a riguardo. Dico sempre che potresti pubblicare le regole su un giornale e nessuno le seguirebbe. La chiave è consistenza e disciplina.

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