RSI – Relative Strength Index
In questa sezione saranno esaminati diversi indicatori di momento. Si raccomanda lo studio e la loro comprensione approfondendone l’applicabilità in real o meglio in demo. Per esperienza vi dico che potrete lavorare soltanto con quei due o tre con i quali ci si sente istintivamente a proprio agio.
Analizzare il mercato con l’impiego di un eccessivo numero di indicatori può ingenerare una certa confusione che porta inevitabilmente a sbagliare e ad allontanarsi dalla reale azione del prezzo.
RSI è sviluppato da Wells Wilder e misura la forza interna relativa di un titolo o di un mercato rispetto a se stesso.
La formula dci RSI è: RSI 100 = [100/(1+RSl)]
dove RS = (media esponenziale di N giorni dei singoli incrementi di prezzo) I (media esponenziale di N giorni dei singoli incrementi di prezzo). L’intento della formula è quello di superare due inconvenienti tipici degli indicatori di momento: i movimenti erronei e la ricerca dei livelli ipercomprato-ipervenduto. L’indicatore oscilla in un range di valori ben limitato, da 0 a 100 ed è possibile identificare dei livelli di ipercomprato e ipervenduto superando la linea di valori 70 e 30.
I valori 70 e 30 sono quelli definiti, ma consiglio di spostar un po’ più in alto il primo, a 75, e un po’ più in basso il secondo, a 25. Perché? Il margine di sicurezza delle nostre tecniche improntate sugli iper avrebbe più probabilità di avere successo, sarebbe come restringere il campo della zona sicura.
L’RSI cioè misura la velocità e la grandezza dei movimenti di prezzo in una data direzione, dove il momentum è la velocità di salita o di discesa del prezzo. L’RSI calcola il momentum come il rapporto tra le chiusure più alte e le chiusure più basse.
L’ RSI può essere calcolato su dati giornalieri, settimanali o mensili. Ognuno trova la migliore applicazione per la propria operatività. Un’operatività di otto settimane, e quindi la conseguente applicazione, consente d’individuare più agevolmente i punti di svolta. Se a questo abbiniamo le trend Lines, l’operatività raggiungerà un livello di successo più alto.
Conosco traders che applicano l’Rsi anche su più piccoli Timeframes. Nulla è sbagliato se le tecniche funzionano, l’importante è andare in gain. È qui che entra in gioco lo studio personale del trader, l’approfondimento, le analisi su diversi periodi e la specializzazione sui punti di entrata.
Ogni volta che l’Rsi supera il livello 70, viene a determinarsi una situazione di ipercomprato. Ogni volta che scende sotto il livello 30, viene a determinarsi una situazione di ipervenduto. L’importanza relativa della fase di mercato segnalata è correlata all’estensione temporale dell’indicatore. I migliori segnali di acquisto e di vendita vengono generati quando si verificano violazioni di entrambe le trend Lines, 70 e 30, relative al prezzo e all’indicatore, nella medesima direzione e in un intervallo di tempo relativamente breve.
Quando l’indicatore raggiunge un livello estremo, inferiore o superiore, si determina semplicemente la possibilità che l’andamento del prezzo possa essere presto soggetto ad una correzione in senso contrario, in quanto la sua attuale escursione risulta eccessiva. Si evidenzia dunque una opportunità di vendita o di acquisto, ma non un segnale effettivo: questo deve provenire soltanto da una effettiva inversione di tendenza dell’attività finanziaria, in un timeframe che abbiamo messo sotto il nostro focus, individuabile mediante attraversamenti di medie mobili, perforazioni di trend lines, modelli di prezzo o altri mezzi che useremo.
Quindi, ritorniamo sempre lì: l’utilizzo personale attraverso un’analisi approfondita della propria operatività. Tutto funziona, se lo facciamo funzionare assimilandolo alla nostra operatività. L’importante è trovare e lavorare su un sistema personale che generi profitto, che ci porta in gain, e questo lo si può trovare con l’esperienza e l’applicazione costante. Per esempio, possiamo dire che l’RSI misura meglio la forza del trading su una valuta.
Mi spiego meglio e faccio degli esempi reali. Analizziamo i grafici reali con RSI a 6, RSI a 12, RSI a 21 con timeframe H1.
Sopra abbiamo un RSI a 6 periodi, molto veloce e molto reattivo, anche se ci sono traders che lo utilizzano a 2. Ho segnato due punti con delle verticali rosse, dove si evidenzia una zona ipercomprato. Infatti, l’indicatore è sopra il livello 70, ma non trova alcun riscontro sui prezzi del grafico.
Mentre l’indicatore mostra una discesa dei prezzi, la price action al contrario sale. Se dovessimo prendere per buono e certo quello che molti testi ci dicono, a quel livello Rsi, dovremmo entrare, senza pensarci, dal lato short. Perderemmo molti soldi se lo avessimo fatto. Il prezzo sale. Non avremmo avuto delle buone indicazioni.
Sopra, con lo stesso grafico H1, stesso mercato, abbiamo un RSI a 12 periodi. Qui, l’indicatore mostra di essere più preciso. Negli stessi punti di prima, dove sono le barre verticali rosse, l’Rsi si adegua di più all’azione dei prezzi. È più preciso. Avremmo potuto prendere profitto solo se fossimo entrati al mercato nella zona di ipervenduto del 22 marzo, quella del 6 aprile o nella zona di ipercomprato in data 31 marzo.
Se fossimo entrati nei punti delle verticali rosse, al ribasso, avremmo preso una bella cantonata, perchè il prezzo, al contrario, risale.
Sopra abbiamo l’Rsi a 21 periodi, stesso timeframe, ancora più preciso. Notiamo immediatamente che non presenta vere e proprie zone di ipervenduto, nonostante le occasioni d’ingresso precedenti del 22 marzo e del 6 aprile. Alla solita posizione delle barre verticali rosse, però, notiamo che l’Rsi ha un comportamento diverso.
Ci dice di più. Ci indica che i prezzi non hanno tanta voglia di scendere. Se dovessimo seguire solo il principio del superamento delle linee a quota 70 e a quota 30, avremmo avuto solo un’occasione per operare al mercato, ed è quella del 31 marzo in zona ipercomprato.
Ecco, questo è solo un esempio. Immaginiamo che questo tipo di operatività si può applicare in tutti i timeframes e in qualsiasi mercato. L’RSI, come tutti gli oscillatori in genere, non ci comunica nulla di interessante. La sua presenza si rende utile però in varie circostanze: quando il suo andamento evidenzia una divergenza rispetto al prezzo; quando completa dei modelli di prezzo o quando produce delle violazioni di trendline.
Nel caso in cui queste circostanze vengano anche confermate da una inversione di tendenza effettiva del prezzo, è bene prestare molta attenzione, in quanto l’RSI si è dimostrato molto attendibile.
Ovviamente, come per tutti gli oscillatori, più si utilizzeranno periodi brevi, più si otterrà un oscillatore sensibile e con un’ampiezza maggiore, generando d’altra parte un maggior numero di falsi segnali.
L’ RSI può anche essere utilizzato come parametro per confermare un trend durante la sua formazione. Potremmo azzardare che:
– se è superiore a 50 avrai l’odore di una conferma di una fase di rialzo;
– se è inferiore a 50 avrai l’odore di una conferma di una tendenza ribassista.
Va comunque rammentato come un mercato forte generi anticipatamente segnali d’ipercomprato o ipervenduto e questo può portare a precipitose uscite da un trend ancora potenzialmente valido; infatti, le fasi d’ipercomprato durante un mercato rialzista possono durare a lungo, come quelle d’ipervenduto durante un mercato ribassista.
Se dovessimo sottolineare i punti di forza del RSI, potremmo dire che:
– è utile per individuare il mutamento di sentiment degli investitori nei confronti di una coppia di valute;
– permette di identificare se una valuta è sopravvalutata ed è dunque una buona candidata per un “pullback”.
Analogamente, quando l’RSI si avvicina a 30, è un’indicazione che la valuta potrebbe essere in una condizione di ipervenduto e perciò è probabile che stia diventando sottovalutata e inverta a un certo punto il trend.
Cosa dire dei punti deboli del RSI?
Può fornire molti falsi segnali. Picchi e cadute di prezzo lo influenzano molto e va utilizzato solo in certe circostanze.
Ho provato diverse operatività con l’Rsi, ma alla fine, anche ritenendolo valido, non l’ho sposato per l’operatività day trading.
Trading Bull Club
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