Stocastico

Stocastico

Stocastico

L’oscillatore stocastico è senz’altro uno degli strumenti di analisi algoritmica più utilizzato e più conosciuto dai trader. La sua creazione è dovuta a un’intuizione di George Lane, intorno al 1970. Non ci soffermeremo sulla formula, questa la potete trovare ovunque e sarebbero righe in più, e poi sinceramente penso che non servirà a nessuno, tranne ai programmatori che vogliono passare alla storia per un’invenzione di un altro oscillatore. Ne abbiamo già abbastanza.

L’oscillatore stocastico rappresenta uno strumento molto utile se abbinato agli strumenti dell’analisi tecnica. In passato molti si sono ostinati ad usarlo da solo, ma con scarsi risultati. Come più volte ho detto e sottolineato, non esiste un solo mezzo che ci da la completezza della comprensione di un’operazione, quello può farlo solo la nostra mente, che è nostro obbligo allenare. Ogni strumento deve essere abbinato e interpretato a seconda il mercato.

L’oscillatore stocastico va ad individuare i massimi e i minimi del mercato. In altre parole, viene utilizzato per individuare tutte quelle situazioni di mercato che vengono definite come ipercomprato o ipervenduto. In analisi tecnica si basa sul fatto che il prezzo di chiusura è il più ricco di significato e di conseguenza ne trae i suoi calcoli in base a questo parametro.

Esistono tre versioni di stocastico: lo stocastico veloce (fast stocastick), e rappresenta la formula originale di Lane nel quale la linea %K si ottiene mettendo in relazione percentuale il prezzo di chiusura ed un certo range di prezzo (es. standard a 14 periodi), mentre la linea %D è semplicemente la media mobile (programmabile come si vuole, ma normalmente a 3 periodi) della linea %K.

Low stocastic, stocastico lento. La linea %K è costruita come media mobile (a 3 periodi) della linea %D della versione dello stocastico veloce, mentre la linea %D rappresenta a sua volta la media mobile (a 3 periodi) della nuova linea %K.

Lo stocastico completo (versione full). Questa ultima versione è quella più utilizzata dalla maggior parte dei trader ed è quella che di solito troviamo già programmata sulle piatteforme se non c’è nessuna distinzione tra i tre. In questa ultima versione possiamo impostare tutti i parametri necessari, il numero di periodi da prendere in considerazione, il numero di periodi per il %K e il numero di periodi del %D.

L’oscillatore stocastico ha un valore di norma compreso tra 0 e 100, di conseguenza se le linee sono al di sopra del valore 80, avremo una situazione di ipercomprato; se invece le linee si trovano al di sotto del valore 20, la situazione è di ipervenduto. Co sono tre zone che le linee dello stocastico visitano costantemente:

  • La prima zona 0-20.

Nel caso in cui lo stocastico si trova in questa zona, potrebbe essere inteso come un segnale continuo di un trend a ribasso. Il valore è inferiore a 20, quindi indica una situazione di ipervenduto, una posizione che indica agli appassionati che presto ci potrebbe essere un punto di acquisto e quindi un’inversione rialzista.

Se invece ci troviamo in una posizione dove la linea dello stocastico e superiore alla linea orizzontale del valore 20, allora possiamo aspettarci un’inversione di tendenza.

  • Seconda zona 20-80.

La seconda zona, compresa tra il livello 20 e l’80 viene intesa come una fascia di range dove il prezzo oscilla a cadenza regolare. Ci permette di sapere se siamo più o meno vicini alle zone di ipercomprato e ipervenduto. Utilizzando l’analisi tecnica, può suggerirci che non è il momento di entrare ma di aspettare ancora un altro pò.

  • Terza zona 80-100.

La zona del valore 80-100, è la zona dove possiamo riscontrare un trend al rialzo e ai valori massimi. Qui i prezzi sfiorano i massimi e ci troviamo di fronte a una situazione di ipercomprato e di conseguenza potremmo aspettarci un’inversione al ribasso, ma molto spesso non è così. Si può anche verificare un prolungamento di situazione ipercomprato se ci sono condizioni di mercato che lo permettono. Qui è dove molti traders cascano nella trappola del segnale che non c’è, rimangono intrappolati non considerando questo tipo fenomeno. Lo stesso avviene in zona ipervenduto.

Non bisogna seguire lo stocastico alla lettera per valutare le nostre entrate al mercato, ricordate che il ‘re’ del grafico è sempre il prezzo, tutte le altre cose o strumenti sono un aiuto per valutare meglio, ma il re è il re!

L’oscillatore stocastico, come la maggior parte degli strumenti dell’analisi tecnica, può essere modificato impostando i parametri più congrui alle proprie strategie di trading, e per questo va sempre fatto uno studio personale per l’applicazione e le proiezioni in vari situazioni e timeframes di mercato.

Come al solito preferisco non fare mai chiacchiere ma presentare dati alla mano. Vediamo un po’ di confronti con timeframes diversi e un unico parametro di stocastico. Osserviamone le situazioni. Cominciamo con il futures del Dax su un timeframe di 5 minuti, associato ai parametri dello stocastico 5,3,3.

Stocastico su Dax
Stocastico su Dax

Come potete verificare, questi parametri, su un timeframe di 5 minuti, generano diverse onde, superando la linea superiore di 80 e anche quella inferiore di 20.  Un trader esperto riesce a vedere diverse opportunità e le sa selezionare, ma per un operatore meno esperto, un principiante, potrebbe essere molto confusionario e potrebbe essere indotto molto facilmente sulla via dell’errore.

Vediamo il 15 minuti sempre sullo stesso strumento e con gli stessi parametri di stocastico.

La situazione diventa più chiara. Se notate, sulla sinistra, dopo le ore 03.00, il segnale è più valido e chiaro, confermato dall’incrocio delle due medie mobili. Ma c’è un particolare che voglio farvi notare proprio qui, proprio all’incrocio delle medie mobili. Cosa notate? Ve lo dico io. Partiamo dal fatto che noi stiamo vedendo il grafico per intero, presente e futuro, ma ciò non avviene mentre tradiamo live, e quindi non sappiamo cosa succederà dopo, e non sappiamo cosa avverrà dopo le ore 4.30 del grafico, proprio all’incrocio delle medie mobili. Andando alla domanda di prima c’è da notare che proprio al punto d’incrocio delle medie abbiamo, in corrispondenza, lo stocastico che è già all’apice della sua zona ipercomprato. Se dovessimo seguire le indicazioni dello stocastico alla lettera, dovremmo subito prepararci a un’inversione, e quindi non continuare a investire sul mercato al rialzo. E invece cosa succede, uscendo dal mercato in quel punto? Il prezzo continua a risalire e anche di un bel po’! Ecco un sano esempio che gli strumenti devono essere considerati solo strumenti di aiuto ma non generatori si segnali da seguire alla lettera. Avremmo perso tutto quel movimento al rialzo che va dall’incrocio al massimo di quel trend. Il ‘re’ è sempre il prezzo, e dovremmo pensare a essere degli specialisti della price action prima di valutare gli strumenti che dovrebbero aiutarci. Proseguiamo. Andiamo adesso alle ore 11.00 del grafico, la fine del trend al ribasso. Poco dopo, verso le 11.30, troviamo lo stocastico al di sopra del valore 20. Secondo la regola generale cosa dovremmo fare? Dovremmo prenderlo come segnale di acquisto! Mettiamo il caso che siamo entrati al mercato proprio in quel punto, anche se considerato a basso rischio, cosa succede? Il mercato scende, candela rossa, e per tre candele di 15 minuti, cioè per un totale di 45 minuti, ce ne stiamo lì a essere sotto. Il prezzo non supera mai il nostro punto d’ingresso. A seconda dell’operatività che fate, reggereste psicologicamente l’evento? Ecco un altro sano motivo per cui dimostro che lo strumento è solo lo strumento e il ‘re’ è sempre il prezzo. Per identificare il nostro punto d’ingresso preciso, cosicché come quello di uscita, un buon trader deve avere una bella preparazione a riconoscere il prezzo, dove va e cosa sta facendo, senza alchimie o stregoni che non hanno mai fatto operatività al mercato.

Andiamo a vedere il grafico 30 minuti

Cosa notiamo?  In rapporto ai due precedenti grafici, va subito all’occhio che a ore 3.00 non è più la zona ipervenduto, e quindi, potenzialmente, cosa succede? Perdiamo una potenziale opportunità d’ingresso, perchè così com’è, osservando solo questo grafico, non entreremmo al mercato con lo stocastico in quel punto. Chi potrebbe entrare a quel punto? Chi sa riconoscere il prezzo, chi capisce dove va e potenzialmente cosa sta facendo. Anche l’incrocio delle medie mobili è in ritardo rispetto allo stocastico. Chi facciamo comandare a quel punto, le medie o lo stocastico? (ricordate, in live non vediamo le candele successive). Se facciamo comandare lo stocastico dovremmo uscire, se diamo il comando alle medie dovremmo restare. Già, così è facile, ma quale scelta quando siamo live? Queste sono le domande e i dubbi che attanagliano sempre i traders, specialmente i novizi. Continuiamo. Siamo a ore 9.00 adesso. Notiamo subito che siamo in zona ipervenduto, abbondante ipervenduto. Cosa dovremmo aspettarci secondo la regola generale? Un inversione dei prezzi. Cosa succede? Alle 09.30 abbiamo un candelone rosso che porta giù il mercato di molto. Alle 10.00 un’altra candela rossa, così alle 10.30, alle 11.00 e così anche alle 11.30. Dal punto che abbiamo osservato abbiamo avuto altre due ore al ribasso.

Andiamo a vedere il grafico 60 minuti

Sembra regolare, uniforme e congruo, no?

Andiamo a vedere il grafico giornaliero

Anch’esso sembra regolare, congruo e uniforme.

Con lo stocastico potremmo scrivere trattati, ma questi esempi bastano per far capire che nessun trader può vendere come infallibile l’operatività su uno strumento, e chi ve lo dice è falso. Tutto dipende dalla nostra operatività e con quali parametri vogliamo utilizzarlo, su quali timeframes e su quale mercato. Perché, ricordiamo, ogni mercato ha le sue caratteristiche. In ogni caso, l’operatività di prova richiede tempo e studio per arrivare a definire come reagisce lo strumento in tutte le condizioni e con diversi parametri, studi che è mio costume fare, anche se questo richiede settimane, mesi, anni. Possiamo dire che sui grafici con timeframes più lunghi funziona meglio, e allora si dovrebbe applicare un tipo di operatività che sarebbe lunga da descrivere e questa non è la sede dell’argomento. Funziona meglio in un mercato in range che su un mercato in trend, ma ricordate sempre, il ‘re’ da seguire è sempre il prezzo! Naturalmente mi preme sottolineare che questo è un solo tipo di esempio di operatività, stocastico e medie mobili, ma potremmo combinarlo con qualsiasi altro strumento e sperimentare nuove operatività. Non ci sono limiti a questo. Il mondo del trading è vasto quando è svolto con passione, competenza e serietà.

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