La demonizzazione dell’errore

La demonizzazione dell'errore

La demonizzazione dell’errore

Forse, lo sbaglio che commettiamo più spesso è demonizzare l’errore. Non esiste nulla senza errore. Qualsiasi attività tu faccia nella vita ti scontrerai sempre con l’errore: l’errore di non aver fatto bene, l’errore di non aver compreso un particolare, l’errore dell’aver pensate che…, l’errore di non essere stato umile e pensare che potessi sbagliare e così via.

C’è chi sostiene che la perfezione è una bella bugia a cui tendere ma che non esiste. Anche la natura commette qualche errore. Immaginiamo gli errori nell’attività di trading finanziario: sono inevitabili, non tanto per la mancanza di capacità del trader, ma per la sua mancanza di esperienza.

Il trading, per le sue caratteristiche operative, comporta un cambiamento dei nostri pensieri e comportamenti. È difficile accettare di dover cambiare molti dei nostri comportamenti, ma diventa inevitabile in questo settore se si vuole indossare l’abito del professionista.

L’errore, in questo, svolge un ruolo equivoco se non specifichiamo come nel trading deve essere affrontato, specialmente per i novizi. Sbagliare in determinati casi costa tanto, in particolar modo sui mercati finanziari. Seguire determinati passaggi di apprendimento e le regole di come ci si comporta sui mercati, può evitare la caduta in errori grossolani. Non è che si resti esenti, ma è l’estremizzazione delle accuse che gli rivolgiamo che, molto spesso, sfiora l’estremismo.

Per imparare, non si può fare a meno dell’errore. “Chi evita l’errore elude la vita” affermava Carl Gustav Jung. E qualcosa che sente e può definire l’uomo comune, ma noi abbiamo preferito scomodare una personalità.

Una vita senza lo stimolo a fare errori ci restituirebbe un panorama statico, la stagnazione delle idee, l’annullamento del rischio. L’errore sano, motivato, per nuove scoperte o per la crescita, non è altro che l’attestazione di un movimento. E quando sei in movimento, puoi anche inciampare (errore).

E sull’inciampo che si fa l’esperienza, facendo tesoro delle caratteristiche del terreno dove hai appena appoggiato il piede. L’inciampo aiuterà, almeno, a riconoscere e ritrovare lo stesso percorso dissestato appena esplorato.

L’errore che si ripeterà spesso nell’attività di trading sarà, per gran parte, dovuto all’errata attivazione degli schemi mentali, con una conseguente caotica applicazione delle proprie tecniche operative. I grafici, i movimenti che vediamo riflessi sul mercato, non sono altro che un riverbero di uno schema trasmesso intenzionalmente sbagliato che induce la mente dell’investitore all’errore.

L’altro errore, a cui comunemente un trader va incontro, è dovuto a causa di eventi esterni o intrusione di pensieri che inficiano la nostra concentrazione. L’errore nel trading ha una funzione molto importante che va oltre rispetto a qualsiasi altra condizione, considerandolo come parte della composizione psichica dell’uomo.

Va accolto, quando succede. Ci mette a disagio, certo, ci farà arrabbiare, ma certamente non ci sarà bisogno di puntualizzarlo all’estremo, in maniera negativa, mettendoci sopra il bollo d’incapacità. Errare è parte integrante del processo di crescita dell’individuo.

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